Diffidente in sommo grado. Con le articolazioni indistruttibili. E un periscopio terrestre, il collo. Che gli serve per controllare il territorio, e gli eventuali nemici, anche a grande distanza. Un collo che raggiunge il metro e mezzo su una altezza, nei maschi, di due metri.
È una via di mezzo, lo struzzo. Tra l'uomo e i grandi rettili del passato. Dal punto di vista «anatomico», s'intende. Le zampe, infatti hanno caratteristiche molto simili a quelle del Tyrannosaurus Rex. Che, peraltro, andava pianissimo: non superava i venti chilometri orari. Le proporzioni degli arti inferiori, invece, ricordano quelle dell'Homo sapiens sapiens. Come quest'ultimo, lo struzzo ha andatura bipede. Cui ambedue sono arrivati dopo esperienze molto diverse: primati che procedevano a quattro zampe i primi, volatili gli altri. Che, pur avendo ali, penne e becco, non sono proprio in condizione di volare. Ma, simbolicamente, lo fanno sulla terra. Perché vanno davvero forte. Anche settanta chilometri all'ora. Nati per correre, insomma. Anche se questa loro capacità rimane tuttora un mistero. Che si vorrebbe svelare. Per questo, ricercatori di tutto il mondo si stanno attivando per studiare le caratteristiche di questo animale. La corsa del quale potrebbe aprire nuovi e interessanti orizzonti a scoperte emozionanti anche per l'uomo. Ad esempio, all'Università di Crawley, in Australia, si sta studiando il modo in cui le articolazioni dei grandi uccelli corridori assorbono i traumi del movimento. Capire questo significa comprendere perché, tra gli umani, le lesioni al ginocchio siano così comuni. E dunque come intervenire nella ricostruzione chirurgica dei tessuti danneggiati. E, ancora, apprendere come gli struzzi sappiano dosare in modo eccellente l'energia del movimento. Un aspetto fondamentale per animali che spesso possono essere inseguiti da predatori anch'essi grandi campioni di velocità, come il ghepardo. Per ora, nonostante gli sforzi di molti ricercatori, alcuni interrogativi sono rimasti senza risposta. Per esempio: sono monogami o poligami? Pare che, aldilà di qualche struzzo che sceglie una compagna fissa, gli struzzi siano prevalentemente poligami. Ma non sono rari neppure gli esemplari che si accodano ad una madre e ai suoi piccoli senza esserne i padri.
Un altro record, oltre a quello della velocità su due zampe: le uova più grandi. Un chilo di peso per venti centimetri di lunghezza. Ogni femmina ne può deporre nel nido fino a nove. La cova delle quali consiste nel mantenerle fresche, stanti le alte temperature. Un nido che è un buco nel terreno, comune a tutto il gruppo. E appena nati, i piccoli pennuti si muovono da soli riuscendo a raggiungere, nel giro di pochi mesi, velocità prossime anche ai cinquanta chilometri all'ora. Una necessità dettata dalla estrema vulnerabilità dei pulcini, alla mercé di predatori come sciacalli e leoni. Mentre il predatore uomo è riuscito a rendere inefficace ogni strategia adottata dagli adulti di struzzo. La caccia, motivata dal commercio delle loro piume pregiate, ha decimato gli struzzi. Che, fino a due secoli fa, popolavano con cinque sottospecie quasi tutta l'Africa, La Siria, l'Arabia. Oggi la sottospecie asiatica si è ormai estinta: ultimo avvistamento, nel 1941. In buona salute le popolazioni dell'Africa orientale e di alcune zone dell'Australia meridionale. Come dire: anche tra i «velocisti» a due zampe, c'è a chi è andata peggio: la corsa del T-rex, è finita 65 milioni di anni fa.
[Modificato da kamo58 23/04/2012 16:06]