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L'intelligenza del delfino

Ultimo Aggiornamento: 16/03/2015 15:10
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04/05/2012 10:32
 
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Alcuni biologi americani, specializzati nello studio del comportamento animale, hanno proposto di applicare il QU, o coefficiente di encefalizzazione, ai delfini.

Questa unità di misura si ottiene calcolando il rapporto tra il volume del cervello e la superficie corporea di un individuo o di un animale.

La maggior parte dei mammiferi terrestri, ha un QU inferiore a 2, come ad esempio il topolino domestico che è pari a 1. Al contrario, quello dell’uomo è di 7,4 e quello degli scimpanzè è di 2,5. Tra i delfini c’è un variare. Quello dei fiumi è di 1,5 mentre il Tursiope raggiunge un QE pari a 5,6.

Più il QE è elevato e più c’è la facoltà mentale e la capacità di apprendimento.

La vita in gruppo presuppone anche l’esistenza di un sistema di comunicazione. Stando a numerosa studi, condotti sul loro linguaggio i delfini utilizzerebbero tre espressioni vocali diverse per conversare. Il loro vocabolo sarebbe quindi assai complesso. I maschi fischiano o cantano per attirare le femmine durante la stagione degli amori e per avvistare il gruppo di un pericolo. Le madri, invece, fischiano per interi giorni dopo la nascita dei loro piccoli per abituarli al suono della loro voce.

Gli atteggiamenti sono anche essi un linguaggio, infatti un delfino che resta in posizione verticale, come la testa fuori dall’acqua, vuol far sapere agli altri che c’è in vista un oggetto galleggiante.

L’udito è particolarmente importante, come testimonia il notevole sviluppo della zona auditiva del cervello. Infatti esso lo utilizza per il suo sistema “sonar”(o ecolocalizzazione), che gli consente di percepire oggetti a distanza o in condizioni di oscurità, ma quando questo sistema è turbato o semplicemente alterato a causa di parassiti può accadere che i delfini finiscono per lo spiaggiarsi.

Capaci di apprendere ma anche di interpretare le informazione che percepiscono mediante gli organi sensoriali, i delfini sono considerati tra gli animali più intelligenti.

Allevati in cattività dall’uomo in più di 200 mari sono spesso addestrati a eseguire evoluzioni e giochi nell’acqua per divertire i visitatori.

I delfini vedono bene sia sott’acqua, sia fuori dall’acqua, grazie ad un particolarità del cristallino dell’occhio che si deforma leggermente quando essi passano dall’ambiente acquatico a quello aereoo.

Il loro odorato, invece, è inconsistente perché non posseggono nervi e affettivi.

La pelle, sprovvista di peli, è fornita di numerose terminazioni nervose che lo rendono molto sensibile. Infatti essi amano strofinarsi gli uni contro gli altri alla ricerca di carezze.





Il cervello dei tursiopi è piuttosto grande e raggiunge dimensioni paragonabili a quello di una scimmia antropomorfa. Come nell'uomo, è costituito da due emisferi, ma presenta una corteccia più sottile, sebbene più grande del 40% e con una complessità quasi equivalente a quella degli umani. Il suo sviluppo si completa in circa 10 anni.

Tutti i mammiferi, inclusi i delfini, durante il sonno attraversano una fase detta REM. Il delfino è un respiratore volontario, anche mentre dorme, e ciò rende impossibile per i veterinari praticargli l'anestesia, che li porterebbe alla morte per asfissia. L'elettroencefalogramma ha mostrato come i delfini utilizzino solo un emisfero cerebrale a volta per il sonno probabilmente per controllare il loro sistema di respirazione volontaria.

Secondo alcuni autori, la grandezza del cervello del delfino è sinonimo di intelligenza e di potenziali capacità di linguaggio, mentre secondo altri la maggior parte del cervello viene utilizzata dal tursiope per il nuoto e per l'udito.

Non esiste ad oggi una definizione universalmente accettata di cosa sia l'intelligenza, ma una comunemente usata è "l'abilità a ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in modo astratto, comprendere idee complesse, imparare velocemente e imparare dall'esperienza". Alcune ricerche mostrano come i delfini riescano eccezionalmente bene in alcune di queste abilità, superando il livello di intelligenza di uno scimpanzé. Sembra inoltre che i delfini abbiano delle abilità matematiche, abilità altamente astratta.

Nel 1997 è stato descritto l'uso di utensili nei tursiopi della Shark Bay, in Australia. Un delfino attaccava sul suo rostro una spugna marina, presumibilmente per proteggere la bocca durante la ricerca del cibo nel substrato sabbioso. Questo comportamento è stato osservato solo nella Shark Bay, è mostrato quasi esclusivamente dalle femmine ed è l'unico caso conosciuto di uso di utensili nei mammiferi marini, ad eccezione delle lontre marine. Uno studio del 2005 ha dimostrato come questo comportamento venga insegnato dalle madri alle loro figlie


fonte: lareinadeloceano.altervista.org
[Modificato da kamo58 04/05/2012 10:34]
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