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Indiani buoni e cattivi nel cinema western

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2014 13:11
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12/06/2012 12:25
 
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Nella storia del cinema hollywoodiano classico, l’immagine dell’indiano d’America ha avuto una doppia vita e ha attraversato fasi ben distinte e contrapposte. È possibile infatti una suddivisione del genere western, seppur sommaria e generalizzata, in opere in cui si ha una visione del pellerossa come nemico, spesso invisibile e senza volto (non diversamente dai “Charlie” dei film sul Vietnam), e altre che rivalutano la figura.
Un film come Ombre rosse di John Ford è sicuramente rappresentante della prima tipologia con la tribù indiana che si configura come un pericolo costante e sempre in agguato per la diligenza su cui viaggiano i nostri protagonisti. Parimenti essa diviene un nemico implacabile per l’intera comunità in un altro capolavoro di Ford, Il massacro di Fort Apache.

Nel 1950 si assiste a una sostanziale inversione di tendenza con L’amante indiana di Delmer Daves, autore che ha dato il meglio nel western, ma regista anche di importanti melodrammi, tra cui Scandalo al Sole.
Da questo momento anche autori come Ford cambiano il proprio atteggiamento in opere come il sottovalutato Il grande Sentiero, western di grande respiro, dal sapore di grande ricostruzione storica sulla fuga di circa 300 cheyennes dalla riserva in cui erano costretti a vivere.

Tale inversione di tendenza è riscontrabile non solo nell’immagine che il cinema ci dà del pellerossa, ma anche nella raffigurazione dell’eroe bianco: si passa dalla figura quasi leggendaria del generale Custer, nell’omonimo film di Raoul Walsh, all’ambiguo e tormentato Ethan Edwards del Sentieri Selvaggi fordiano, fino ai crudeli massacratori nel finale di Soldato blu di Ralph Nelson e, in tempi più recenti, ai soldati doppiogiochisti di Balla coi lupi di Kevin Costner, uomo bianco che preferisce divenire un sioux.

Riferimeti cinematografici

John Ford (regia di), Ombre rosse, USA 1939
Raoul Walsh (regia di), La storia del genrale Custer, USA 1941
John Ford (regia di), Il massacro di Fort Apache, USA 1948
Delmer Daves (regia di), L’amante indiana, USA 1950
John Ford (regia di), Sentieri selvaggi, USA 1956
Delmer Daves (regia di), Scandalo al sole, USA 1959
John Ford (regia di), Il grande sentiero, USA 1964
Ralph Nelson (regia di), Soldato blu, USA 1970
Kevin Costner (regia di), Balla coi lupi, USA 1990


fonte: ilpendolo.info
[Modificato da kamo58 12/06/2012 12:25]
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13/06/2012 10:24
 
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Ombre rosse



Ombre rosse (Stagecoach) è un film del 1939 diretto da John Ford, con John Wayne, Claire Trevor, Thomas Mitchell e John Carradine.



« Ringo: Ero un bravo cow-boy una volta....., ma poi successe qualcosa »
« Dallas: Succede sempre qualcosa..... »

Un dispaccio informa un'unità dell'esercito che gli Apache, comandati da Geronimo, sono sul piede di guerra. L'interruzione delle comunicazioni via telegrafo impedisce di avere maggiori informazioni, ma un gruppo di passeggeri, non valutando bene il pericolo e pensando di poter contare sulla scorta dell'esercito, decide ugualmente di mettersi in viaggio sulla diligenza che da Tonto va a Lordsburg. L'equipaggio è piuttosto eterogeneo (il medico ubriacone Boone, la prostituta Dallas, il giocatore d'azzardo Hatfield, il banchiere corrotto Gatewood, lo sceriffo Wilcox, il rappresentante di liquori Peacock e Lucy Mallory, moglie incinta di un ufficiale dell'esercito) e ad esso si unirà poi Ringo, evaso alla ricerca di vendetta (a Lordsburg si trovano i fratelli Plummer, assassini di suo padre e di suo fratello).

I membri del gruppo, inizialmente diffidenti l'uno dell'altro e pieni di pregiudizi nei confronti dei "poco di buono", imparano a collaborare grazie all'improvviso parto di Lucy e all'attacco indiano poco prima di raggiungere Lordsburg (dove Hatfield perde la vita). Raggiunta la meta, Ringo compie la sua vendetta uccidendo i Plummer e, con la complicità del medico e dello sceriffo, grande amico di suo padre, fugge verso la frontiera in compagnia di Dallas.

Il rapporto con Maupassant motiva una struttura narrativa che coniuga due archetipi della letteratura (e del cinema): quello del microcosmo, luogo chiuso in cui si confrontano diverse individualità in senso morale, sociale, psicologico ecc…, e quello del viaggio. La diligenza è uno spazio circoscritto in cui si confrontano personaggi diversi per valori, ideologie, connotazioni sociali ecc., stabilendo relazioni nel corso del tempo definito del viaggio; viaggio che rappresenta simbolicamente l'avanzare della civiltà nella barbarie, rappresentata dal deserto e dagli indiani[senza fonte]. La diligenza appare come simbolo della comunità civile: i nove passeggeri corrispondono a stereotipi sociali e disegnano un sistema di personaggi conflittuale, dove si contrappongono bene e male, rispettabilità (intesa come status sociale) e moralità (come valori profondi dell'individuo), legalità e illegalità.

I rappresentanti ufficiali della rispettabilità si rivelano corrotti e immorali (il banchiere Gatewood), o quantomeno, inizialmente, rigidi e ingiusti (Lucy, moglie di un ufficiale di cavalleria), mentre la prostituta Dallas e il fuorilegge Ringo, non rispettabili secondo i canoni convenzionali, sono i depositari di una moralità profonda e di autentici valori di lealtà e giustizia. Specularmente opposti sono il dottor Boone e il giocatore di azzardo Hatfield, in cui rispettabilità e immoralità si invertono, nel gioco dell'apparenza e della realtà. Il confronto tra lo sceriffo Wilcox e il fuorilegge Ringo contrappone ai valori riconosciuti della collettività, le aspirazioni e le istanze di libertà dell'individuo, suggerendo la necessità di una dialettica reciproca, come dimostra, nel percorso narrativo del film, la loro progressiva collaborazione e l'attenuarsi dell'individualismo del giovane, con la scelta di legarsi a Dallas per formare una nuova famiglia (una nuova cellula sociale).

Traspare dunque una rappresentazione della civiltà che risulta critica e sfaccettata, non contrapposta in modo netto al deserto e agli indiani. Tali tematiche fanno di Ombre rosse un western tipico, ma anche un racconto morale universale.







1940 - Premio Oscar
Miglior attore non protagonista a Thomas Mitchell
Miglior colonna sonora a Richard Hageman, W. Franke Harling, John Leipold e Leo Shuken
Nomination Miglior film alla Walter Wenger
Nomination Migliore regia a John Ford
Nomination Migliore fotografia a Bert Glennon
Nomination Migliore scenografia a Alexander Toluboff
Nomination Miglior montaggio a Otho Lovering e Dorothy Spencer



1939 - New York Film Critics Circle Award
Migliore regia a John Ford
1939 - National Board of Review Award
Migliori dieci film

Nel 1995 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti



fonte: wikipedia
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15/06/2012 09:02
 
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Soldato blu





Soldato blu è un film del 1970, diretto da Ralph Nelson e ispirato agli eventi del massacro di Sand Creek.

Si tratta di uno dei primi film western a schierarsi dalla parte degli Indiani d'America.

Trama


Un convoglio che trasporta una ragazza, Katy, diretto a Fort Reunion, viene attaccato da un gruppo di Cheyenne e muoiono tutti eccetto un giovane soldato di nome Honus Gent e l'unica ragazza del gruppo, Katy appunto, che si rifugiano in alto su una collina. Finito l'attacco, Honus e Katy scendono sul luogo della battaglia, scoprono che l'oro trasportato è stato rubato e Honus prega per i morti; Katy lo prende in giro per questo (iniziando a chiamarlo "Soldato blu") e difende i Cheyenne, anche perché era stata la moglie del loro capo, Lupo Pezzato. Mentre i due si dirigono verso il forte, dove il fidanzato di Katy la sta aspettando, Honus perde un calzino, torna indietro per un breve tratto e si trova faccia a faccia con gli Indiani; il loro capo lo sfida e dopo una zuffa Honus riesce a vincere, ma non ad uccidere il suo avversario, il quale viene accoltellato dai suoi compagni. Katy, felice, per la prima volta lo chiama per nome. Poco tempo dopo, trovano un fuoco acceso e un uomo, Isaac Cumber (Isacco Comero), si avvicina a loro e si spaccia per un venditore ambulante. Honus sospetta fin dall'inizio che Isacco venda fucili agli indiani ed infatti in seguito li trova sul carro, ma Isaac se ne accorge e fa prigionieri sia lui che Katy. Mentre Isaac li lascia soli per concludere alcuni affari, Honus riesce a slegare con la bocca Katy: a questo punto danno fuoco al carro e Isaac, vedendo il fumo e sentendo i fucili esplodere, ritorna indietro e ferisce Honus a una gamba. Nonostante ciò i due riescono a fuggire e, a causa dello svenimento del "soldato blu", Katy scende da cavallo, che scappa via. Rimasti a piedi, Katy riesce a portare Honus in una grotta e a coprire le tracce con degli arbusti. Dentro questa grotta Katy si prende cura di lui, il quale ricambia baciandola per la prima volta. La mattina dopo però, Katy se ne va da sola e viene trovata dall'esercito, dove incontra il fidanzato. Lì riesce a rubare un cavallo e a raggiungere l'accampamento Cheyenne. I soldati intanto ritrovano Honus. Katy riferisce agli indiani che l'esercito vuole attaccarli: Lupo Pezzato decide allora di uscire con la bandiera americana e la bandiera bianca, per salvare l'accampamento in cui vi sono molte donne e bambini. Ma il Colonnello Iverson non ne vuole sapere e ordina di aprire il fuoco. Iniziano vari minuti di scene molto violente, anche a carico di donne e bambini. Il Colonnello viene ferito e dà l'ordine di distruggere il villaggio. Alla fine del truce massacro Honus ritrova Katy, che gli dice: "Non preghi adesso, Soldato blu?" e lui non ce la fa a resistere dal vomitare alla vista dei cadaveri martoriati di donne e bambini innocenti. Le scene finali mostrano il Colonnello Iverson che ringrazia i soldati che hanno distrutto l'accampamento, Honus portato via in catene e Katy che piange. Una voce fuori campo descrive il vero avvenimento storico che ha ispirato il film.

fonte: wikipedia


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