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Villa Massimo e gli affreschi dei Nazareni



La storia di Villa Massimo parte da lontano. In epoca romana sui campi del Laterano sorgeva la caserma degli "Equites Singulares", le cui rovine furono poi occupate da coltivazioni di vigneti. Nel 1605 vennero acquistate da Vincenzo Giustiniani: nacque così Villa Giustiniani, un edificio che doveva servire da punto di appoggio per la famiglia: un luogo di svago, di riposo, di caccia. Per questo motivo viene classificato tra le "ville suburbane", in cui le famiglie aristocratiche usavano trascorrere i giorni di riposo senza allontanarsi troppo dalla città. L'edificio riprende uno stile eclettico, ispirato dai grandi architetti attivi nella Roma del XVII sec. Nel 1802 il principe Vincenzo Giustiniani vendette la residenza al marchese Carlo Massimo. Infine, nel 1947 Villa Massimo divenne sede dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa. Nei primi anni dell'Ottocento, durante l'occupazione di Roma da parte di Napoleone Bonaparte, un gruppo di pittori mitteleuropei si stabilì nel convento francescano di S. Isidoro. Per la loro vita comunitaria in convento, la vicinanza al cattolicesimo e la dedizione al lavoro, ma anche per i mantelli che usavano indossare e i lunghi capelli, questi artisti divennero presto noti tra il popolo romano come i "Nazareni". Erano artisti che volevano dipingere dal vero, guardando agli originali ed inoltre rivolgevano il loro interesse anche alle rovine classiche, alle chiese e ai pittori medievali: negli artisti pre-raffaelliti vedevano quella "sincerità" e "verità" che l'arte aveva smarrito. Gli affreschi di Villa Massimo iniziarono nel 1817 e si conclusero circa dieci anni dopo. I capolavori letterari di Dante, di Tasso e Ariosto divennero il motivo ispiratore degli affreschi delle tre stanze del pianterreno:



- La stanza di Dante di Philipp Veit e Joseph Anton Koch (1818-1824)





- La stanza di Ariosto di Julius Schnorr von Carolsfeld (1822-1827)



- La stanza del Tasso di Friederich Overbeck e Joseph Fuhrich (1827-1829)



Nel 1817 il marchese Carlo Massimo affidò la decorazione della propria casa di campagna al Laterano, il Casino Massimo, al gruppo. Le tre stanze vennero decorate con scene epiche tratte da Dante, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e Petrarca. Nella stanza dantesca Cornelius affrescò il soffitto col Paradiso e Horny eseguì le ghirlande di frutta e di fiori. Con la partenza di Cornelius per Monaco, il marchese su consiglio di Koch, affidò il completamento dell'opera a Philipp Veit, il quale non la condusse a termine; allora fu lo stesso Koch a prenderne il posto. Nella sala del Tasso, Overbeck dipinse la Gerusalemme liberata. Alla morte del marchese nel 1827 il pittore, sentitosi sollevato dal suo contratto, partì per Assisi. Joseph Führich, che si era unito al gruppo nello stesso anno e che risiederà a Roma fino al 1829, venne incaricato di terminare l’affresco. Nella camera centrale la decorazione, ispirata all’ariostesco Orlando furioso, venne affidata a Julius Schnorr von Carolsfeld, a Roma nel 1818, che la condusse a termine da solo.