Il forum-blog di kamomilla

William Blake

  • Messaggi
  • OFFLINE
    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 11/04/2012 12:24



    Fino a qualche tempo fa, William Blake era sempre stato considerato un grande poeta visionario, oltre che un eccentrico ribelle. La critica letteraria era quasi unanime nel rintracciare nella sua poesia il filo rosso che la univa con i grandi poeti romantici inglesi, come Byron, Shelley, Keats, facendo così di Blake un antesignano pre-romantico, se non addirittura uno dei primi esponenti della corrente. In fondo, in quell'epoca che avrebbe percorso il sentiero che portava all'arroccamento dell'Io nella propria interiore liricità, non poteva certo suscitare scalpore tra i letterati, uno stile di vita anticonformistico, così come il parossismo di certe visioni; l'enfasi era la norma e il riflesso dello spirito del tempo, non certo un'eccezione. Tuttavia, nel novecento si andava delineando anche una chiave di lettura parallela- piuttosto che alternativa - che vedeva nella poesia blakeiana, non solamente i germi del successivo "Io poetante" ottocentesco, ma anche un rimando a suggestioni appartenenti al mondo dell'arcano. T.S. Eliot, ad esempio, fu uno dei primi a tentare di superare la facile lettura del "Blake visionario", provando a riconoscere nelle sue opere i rimandi e le suggestioni della letteratura mitologica. (tuttavia, Eliot, essendo un uomo di fede, si arrestò di fronte alla possibilità di rintracciare nella poesia e nelle incisioni blakeiane dei simboli appartenenti a delle tradizioni apertamente sconfessate dalla dottrina cristiana). In ogni caso, questa tendenza iniziò a diffondersi e a trovare proseliti anche tra altre personalità della cultura accademica. Si rilessero le sue poesie e si osservarono le sue incisioni con un interesse più marcato a quegli aspetti simbolici e allegorici che potevano rivelare l'influenza, in essa, delle correnti esoteriche occidentali. Ovviamente questo non significa che non esistessero già da tempo delle private letture esoteriche della poesia blakeiana, ma soltanto che fiorirono una serie di studi accademici su questa tendenza, principalmente nel secolo scorso.





    William Blake (1757-1827), fin dalla prima infanzia sembra essere afflitto da delle strane apparizioni. All'età di quattro anni, ebbe la sua prima visione: Dio stesso che gli appare alla finestra. Compiuti gli otto anni, le allucinazioni diventarono ricorrenti; raccontò alla madre di aver visto il profeta Ezechiele sotto un albero. Anticipando curiosamente in qualche similitudine il celeberrimo caso clinico freudiano dell'uomo dei lupi, sempre nello stesso anno, sostenne di aver visto degli angeli sugli alberi . A dieci anni, Blake comincia a scrivere le prime poesie e dimostra anche la sua attitudine verso il disegno; frequenta una scuola artistica e compie le sue prime letture giovanili: la Bibbia, Milton, Shakespeare, Dante. A quattordici anni inizia ad interrogarsi sul tema biblico della Caduta. A ventun anni s'iscrive alla Royal Academy e si specializza nella tecnica dell'incisione. Blake, racconta che suo fratello, morto qualche anno prima, gli appare in sogno e gli insegna come incidere sullo stesso foglio, poesia e disegno. La scrittura ed i disegni sono trattati sul rame con un liquido che ha la capacità di resistere agli acidi; tutto il resto della lastra, viene invece attaccato dall'acido, in modo che si producano delle incisioni in cui il disegno e la poesia restino in rilievo. Blake, nel 1795, realizza una serie di dipinti ispirati alle sue tematiche preferite: Elia sul Carro di Fuoco, Newton, La casa della Morte, Elohin che crea Adamo. Negli anni successivi continua a raffinare la sua tecnica, ed incomincia ad assaporare il gusto di una discreta notorietà sia come artista di tempi apocalittici e profetici, che come poeta: escono i suoi Canti d'innocenza e d'Esperienza. Wordsworth, darà un giudizio curioso su Blake, dichiarandosi certo della sua pazzia, nondimeno dichiarandosi interessato ad essa più della salute di Byron e di Walter Scott. Nel 1782 sposa Catherine Boucher, ed i due iniziano una vita coniugale alquanto eccentrica, anche in quell'epoca che aveva conosciuto l'egocentrismo bizzarro di Byron e di Shelley. Un amico comune di Blake e Catherine riferisce di averli sorpresi un giorno nudi nel giardino della loro casa, mentre incuranti di essere osservati, impersonavano le parti di Adamo ed Eva, e William recitava dei passi del Paradiso Perduto di Milton. In questo periodo, Blake continua, tuttavia, con pieno vigore la pubblicazione delle sue opere. Nel 1784, una stamperia aperta in comproprietà con un amico, porta Blake finanziariamente quasi sul lastrico; è questo un periodo di grandi difficoltà per il poeta segnato anche dalle incomprensioni con i suoi occasionali mecenati, anche per via delle sue simpatie rivoluzionarie. Riesce comunque a terminare la pubblicazione e l'incisione dei suoi Libri Profetici. Nel 1793, Blake dichiara apertamente il suo favore per i moti della rivoluzione francese, rifiutandosi di diventare maestro di disegno per la casa reale. Nel 1797, va incontro ad un ulteriore insuccesso nel pubblicare le tavole dei Nights Thoughts di Edward Young. Nel 1803, un soldato del Reggimento dei Dragoni, sorpreso da Blake nel giardino di casa e buttato fuori con violenza, lo denuncia con l'accusa di aver gridato frasi ingiuriose contro il re. Blake, comunque, sebbene con difficoltà riesce ad essere assolto. Nel 1827, il poeta muore a Londra. Blake, nella sua opera si presenta subito, come un acerrimo nemico del razionalismo dei Lumi e un fautore dell'immaginazione, concepita come una facoltà in grado di creare e di operare "magicamente". Già da questa predilezione possiamo notare l'impronta teosofica, che conferiva una grande importanza a questa facoltà, ritenuta capace di disvelare all'uomo i mondi superiori divini (l'immaginazione rivestiva lo stesso importante ruolo nel paracelsismo, corrente che storicamente precede la teosofia, e che trasmette questa concezione a quest'ultima).Del resto, Blake è da subito influenzato dal pensiero di Jacob Boehme (1575-1624) e soprattutto da quello di Emanuel Swedenborg (1688-1772): in particolare la dottrina di quest'ultimo fu condivisa apertamente dal fratello di Blake, che entrò a far parte della cerchia dei fedeli nella "chiesa swedenborghiana". Si deve ricordare che Swedenborg rimase storicamente un po' più marginale alla teosofia, di Boehme, la cui ascesa coincise con il massimo fulgore della corrente. Del resto il pensiero di Swedenborg ricevette forse della linfa vitale da questa marginalità, andando ad influenzare ecletticamente ambiti che eccedono le stesse correnti esoteriche occidentali; di sicuro Swedenborg è un pensatore di passaggio tra la ricezione della teosofia boehmiana e quelle di Martines de Pasqually, Saint Martin, Friedrich Christoph Oetinger. Ovviamente, questa "perifericità" non intacca l'importanza essenziale che ha il pensiero di Swedenborg per la studio delle correnti esoteriche occidentali, perché vi sono pensatori di passaggio destinati comunque a lasciare il segno. Blake, nei suoi Canti d'Esperienza, fa immediatamente suo questo ripudio del meccanicismo newtoniano e del razionalismo lockiano.


    Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
    E un Cielo in un fiore selvatico,
    Tenere l’Infinito nel cavo della mano
    E l’Eternità in un’ora.


    Hold Infinity in the palm of your hand,
    And a Heaven in a wild flower,
    To see a World in a grain of sand,
    And Eternity in an hour.
  • OFFLINE
    kamo58
    Post: 5.163
    Sesso: Femminile
    00 14/04/2012 19:11


    William Blake - Adamo ed Eva


    Il giardino dell'amore


    Sono andato al Giardino dell'Amore,
    E ho visto ciò che non avevo mai visto:
    Una Cappella era costruita nel centro,
    Nel luogo in cui io ero solito giocare sull'erba (verde).

    E i cancelli di questa Cappella erano chiusi,
    E "Tu non devi" era scritto sull'ingresso;
    Così sono tornato al Giardino dell'Amore
    Che è fecondo di così tanti e dolci fiori;

    E ho visto che era pieno di tombe,
    E pietre sepolcrali dove avrebbero dovuto esseci fiori,
    E Preti in vesti nere vi giravano attorno,
    E incatenavano con rovi le mie gioie e i miei desideri.

    [SM=x2784973]


    I went to the Garden of Love,
    And saw what I never had seen:
    A Chapel was built in the midst,
    Where I used to play on the green.

    And the gates of this Chapel were shut,
    And "Thou shalt not" writ over the door;
    So I turn'd to the Garden of Love
    That so many sweet flowers bore;

    And I saw it was filled with graves,
    And tomb-stones where flowers should be,
    And Priests in black gowns were walking their round,
    And binding with briars my joys & desires.