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"Un giorno incontri la persona giusta e decidi di sposarla...crei con lui una famiglia e la immagini numerosa, sogni di riempire la nuova grande casa di bellissimi bambini, ti senti felice e fiduciosa... finchè tutta quella felicità che provavi va in mille pezzi e ti mostra la realtà, quella spietata e così lontana dalla favola che ti eri raccontata..."



La nascita del quinto figlio porta scompiglio nella famiglia di Harriet e David. Ben è una creatura a metà strada tra il reale e il fantastico. Una favola nera. L’opera che più di altre dà la cifra della grandezza di Doris Lessing.

Una tematica importante, quella della diversità, che Doris Lessing affronta con durezza, schiettezza e senza ipocrisie, analizzandola da vari punti di vista. Romanzo inquietante, diretto, acuto.

di Enzo Rammairone

È una fortuna che questo libro sia tra i più brevi della vasta produzione di Doris Lessing. Ma non in segno negativo, non è un problema di contenuto o di povertà linguistica, no, tutt’altro: è un problema di resistenza, di quanto si è disposti a sopportare la lettura di una storia che in qualche modo ci riguarda da vicino, pur non avendo in sé - nella maggior parte dei casi - apparentemente nulla di coincidente con la personale esperienza di ognuno.

Solo chi possiede una straordinaria dote affabulatoria come questa eclettica scrittrice può, grazie al mezzo narrativo, parlare di temi universali aprendo un varco tra i nostri pensieri più nascosti, più intimi e la realtà che viviamo tutti i giorni. Qui siamo di fronte alla questione tra le più importanti del vivere e che ogni giorno e lì di fronte a noi: la diversità. La difficoltà di condividere. Questa e' la storia di Harriet e David e dei loro figli:

"Harriet e David si conobbero a una festa aziendale a cui nessuno dei due aveva avuto molta voglia di andare, e subito capirono di non aver atteso altro. Antiquati, vecchio stampo, retrogradi, timidi, troppo esigenti così la gente li definiva, ma non terminava qui la lista di aggettivi poco teneri che si attiravano. Entrambi difendevano un'idea di sé a cui erano testardamente attaccati; quella di essere, a buon diritto, gente comune.”

Agli inizi degli anni Sessanta due giovani decidono di stare assieme e di formare una famiglia. La cosa che li rende singolari rispetto ai loro coetanei e alle mode correnti è che desiderano allargare il nucleo famigliare avendo molti figli. Riescono ad acquistare una casa spaziosa e confortevole - grazie soprattutto all’aiuto economico dei genitori di David - in previsione del prolifico futuro. Contro tutti e tutto riescono nel loro intento, al primo figlio atteso e desiderato, ne seguirà un altro e poi un altro ancora, con una cadenza annuale.

È davvero una coppia felice, aperta a parenti e amici, perfetta, quasi da invidiare, poi però a qualche mese dalla nascita del quarto figlio, Harriet si accorge di essere nuovamente incinta. È stanca e sente già dentro di sé che quel quinto figlio, non previsto così presto, sarà un grosso sacrificio. Capisce che c’è qualcosa che non va nella gestazione. Ben è diverso da tutti gli altri, e lo sarà anche alla nascita:

"Non era certo un bel bambino, anzi, non sembrava affatto un bambino. Aveva le spalle curve e la schiena ingobbita, come se stesse cercando di acquattarsi. La fronte sfuggiva in una sorta di pendio ininterrotto, dalle sopracciglia alla radice dei capelli. Questi avevano un andamento irregolare; a partire dalla punta centrale che scendeva nel mezzo della fronte, spiovevano in avanti in un ciuffo giallastro, mentre ai lati e sulla nuca erano disposti normalmente. Le mani erano grosse e pesanti, con fasci di muscoli nel palmo. Il bambino aprì gli occhi e fissò sua madre bene in faccia. Gli occhi erano di un colore tra il verde e il giallo, opachi come pezzi di steatite."

Una creatura strana, un elfo forse venuto da chissà dove, un personaggio che sembra uscito dalla fantasia di Victor Hugo, a metà strada tra il reale e il fantastico. Ben porta scompiglio, paura. In breve tempo la solidità della famiglia, dei rapporti si frantumano. Gli amici si allontanano, nessuno è preparato e disposto ad accogliere questo bambino e Harriet per prima vivrà tutte le fasi che una madre non vorrebbe mai provare. Chiuderà Ben sotto chiave in camera, lo porterà in un istituto per poi riprenderselo con sé e pentendosene nuovamente.

Lessing scrive una favola nera descrivendo senza mezze misure una complicata vicenda famigliare, svelando le incrinature più profonde e dolorose dei sentimenti relegati nella zona meno illuminata e taciuta dei personaggi:

"…Io mi sono chiesta: e se nel ventesimo secolo venisse al mondo un elfo, una creatura di un'altra epoca? Nella nostra società apparirebbe 'cattivo', portatore di male: ma in un contesto diverso non susciterebbe pregiudizi. Come reagiremmo se capitasse tra noi uno così? Noi siamo pigri, quando le cose sono un po' problematiche le nascondiamo sotto il tappeto. Questo libro l'ho scritto due volte la prima versione era meno cruda, poi mi sono detta:'cara mia, stai barando'. Se succedesse davvero, sarebbe molto peggio di così'. E allora l'ho riscritto portando alle conseguenze estreme."

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