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La congiura dei Lampugnani

Dopo il 1815, con la Restaurazione e il ritorno dei vecchi sovrani, i pittori cercano episodi tratti del passato in cui proiettare le speranze del futuro riscatto come in La congiura dei Lampugnani,(1829) del veneziano Francesco Hayez. Questo è un dipinto del pittore storico-romantico Francesco Hayez. Dipinto di grande successo si tratta di un olio su tela delle dimensioni di 147x117 cm; dipinto che in generale si presenta di forma classica ma di contenuto romantico. La composizione è molto teatrale, il colore è uniforme, circoscritto da contorni lineari ben evidenziati e forti contrasti chiaroscurali. La congiura fu quella ordinata nel dicembre del 1476 contro il tiranno Galeazzo Maria Sforza; in quell’occasione tre giovani milanesi si trovarono all’interno della Chiesa di Santo Stefano, sul basamento a gradini della statua di Sant’Ambrogio, aspettando il duca Galeazzo Maria Sforza per assassinarlo con un pugnale. La composizione diventa estremamente teatrale, soprattutto se ci si concentra sull’uso della luce che rende l’atmosfera incalzante. In primo piano troviamo Cola Montano, anziano umanista che educò ed ispirò i tre giovani, che prega Sant’Ambrogio perché protegga i tre giovani. I ragazzi intanto si stanno preparando ad assalire il duca-tiranno che si vede avvicinarsi dal buio della chiesa.




Il bacio


In questo quadro l'autore riunisce le principali caratteristiche del romanticismo italiano, ovvero un'assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento (l'amore individuale), ma soprattutto verso gli ideali risorgimentali (l'amore per la patria). Ciò che colpisce immediatamente l'osservatore è l'enorme sensualità che scaturisce dall'abbraccio dei due amanti. Questo legame è tanto forte che riesce ad annullare ogni contrasto, come quello del freddo celeste della veste della donna e del colore caldo dell'abito dell'uomo (il quale ha le gambe posizionate in modo tale da assecondare la sensuale inclinazione del corpo femminile), l'uomo mentre bacia la sua amata, appoggia la gamba sul gradino: Hayez comunica, con questo particolare, l'impressione che egli se ne stia andando, e dà più enfasi al bacio. La scelta dell'artista di celare i volti dei giovani conferisce importanza all'azione e le ombre che si possono scorgere dietro al muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un'eventuale pericolo. E' però da non dimenticare il reale significato storico dell'opera, infatti Hayez attraverso i colori (bianco della veste, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine, l'azzurro dell'abito della donna) vuole rappresentare l'alleanza avvenuta tra l'Italia e la Francia (accordi di Plombierès). Bisogna ricordare che questo quadro viene presentato all'Esposizione di Brera del 1859, a soli tre mesi dall'ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano. L'intera scena, a giudicare dagli abiti e dall'architettura, si svolge in un' ambientazione medioevale, ma in realtà è del tutto immersa nel presente a causa del significato e del soggetto iconografico (il bacio) del tutto nuovo. Hayez con quest'opera vuole trasmettere il senso di amore, di desiderio e il senso di irrequietezza popolare per quello che poi sarà il Regno d'Italia.
E proprio una sua opera è cruciale nella mostra, essendo lo snodo fondamentale tra le due anime rappresentate, tra neoclassicismo-romanticismo e simbolismo: Il “Bacio”. Il quadro, presentato all’esposizione di Brera nel 1859 per festeggiare l’ingresso a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III, ha un significato politico: rappresenta, attraverso il bacio che porta a uno straordinario coinvolgimento tra i due protagonisti, l’atto d’amore con cui stava nascendo l’Italia. Con Hayez siamo già nel periodo dell’Unità d’Italia, dove si affermano i Macchiaioli toscani.