Ippocrate
Esiste una definizione di aforisma? Gli aforismi – dal greco ἁπφορισμός, definizione – sono frasi che riassumono in poche parole e in forma di sentenza il succo di precedenti osservazioni o che, più genericamente, affermano una verità, una regola o una massima di vita pratica.
In sostanza, gli aforismi sono massime e sentenze che, in poche e dense parole, distillano il risultato di osservazioni, considerazioni, esperienze. Ancor più brevemente: gli aforismi sono sintetiche massime, che esprimono una norma di vita o addirittura una sentenza filosofica.
Qualche esempio di aforismi? Ne scegliamo alcuni che hanno per protagonisti proprio gli aforismi stessi. Cominciamo da Lichtenberg: “Consiglio di usare gli aforismi come uno specchio per osservare se stessi e non come un cannocchiale attraverso cui guardare gli altri”. Continuiamo con Krauss: “Gli aforismi non coincidono mai con la verità: o sono una mezza verità o sono una verità e mezza”. Laub: “L’aforisma è molto apprezzato perché contiene mezza verità, cioè una percentuale non indifferente”. Chiudiamo con il nostro Papini: “Gli aforismi sono verità dette in poche parole, epperò dette in modo da stupire più di una menzogna”.
Insomma: gli aforismi durano poco più di un istante, cioè il tempo della loro fulminea lettura. Ma la loro forza è grande e risiede non nel rumore della loro rappresentazione, ma nei silenzi pensosi che la seguono.
Guicciardini
A seconda del periodo storico e degli autori, gli aforismi hanno assunto nomi diversi. In effetti, il termine aforismi solo recentemente ha messo d’accordo tutti (o quasi). Succede così che gli aforismi venissero chiamati ricordi da Guicciardini, pensieri da Tassoni e Tommaseo, avvedimenti da Lottini, proposizioni da Speciano, degnità o assiomi da Vico, massime o sentenze da Mazzucchelli. E questo solo tra gli autori di aforismi italiani!
Anche nel Novecento non si è scherzato. E così gli aforismi diventano barche capovolte per Tozzi, frantumi o fosforescenze per Boine, asterischi o fuochi fatui – il più bel nome alternativo degli aforismi! – per Sbarbaro, scorciatoie per Saba, errori per Flaiano, schegge per Papini e minime per Morandotti.
lichtenberg
Temi degli aforismi di ogni epoca riguardano soprattutto i vizi, le virtù e le passioni umane. Ogni epoca ha poi posto l’accento su alcuni di questi argomenti piuttosto che su altri. Per esempio, nel Cinquecento e nel Seicento troviamo molti aforismi che trattano il tema della prudenza. Invece, nell’Ottocento e nel Novecento, vi è una vera e propria fioritura dell’aforisma che ha per argomento la misoginia.
Quanto al tono degli aforismi, si può ben dire che anch’esso sia molto variabile. Ne esistono infatti di ironici e scherzosi, ma anche di rabbiosamente pessimisti. Altri possono definirsi amari in modo spietato. Altri ancora paradossali, sarcastici o addirittura boccacceschi. Insomma: la varietà di toni degli aforismi è ampia quanto la varietà di emozioni umane.
La prima e fondamentale caratteristica degli aforismi è la brevità: tutto il significato di un aforisma è espresso con poche parole. Cioè: gli aforismi fondono la massima ricchezza di senso con la massima economia verbale.
Ma ci sono limiti di lunghezza per un aforisma? Non c’è una regola. Esistono aforismi di una sola parola – detti micro aforismi – e massime di oltre cento parole. La brevità resta comunque la loro caratteristica essenziale, al punto che, per aforismi molto lunghi, si preferisce parlare di scritti di stile aforistico.
Una seconda evidenza stilistica degli aforismi è il loro isolamento testuale. Gli aforismi sono infatti separati dai testi o dalle massime adiacenti, solitamente con uno spazio bianco o con un segno tipografico.
Lo stile aforistico richiede inoltre che le sentenze siano sempre scritte in forma prosastica. Quindi, non si può parlare di aforismi in caso di testi in versi, per quanto brevi o isolati essi siano.
La quarta e ultima caratteristica identificativa degli aforismi è il loro effetto sorpresa. Essi suscitano appunto sorpresa nel lettore. Una sorpresa che può scaturire o dalla loro specifica forma stilistica o dal loro significato espresso.
Gli aforismi sono parenti stretti della filosofia. Molti filosofi hanno infatti scelto di affidarsi a questo genere letterario per esprimere il loro pensiero. Ne sono esempi illustri Nietzsche, con il suo Il crepuscolo degli idoli, e Leopardi – erroneamente considerato dai più solo un poeta –, con il suo Zibaldone.
Autentica medicina dell'uomo, gli aforismi curano da sempre l’anima afflitta di noi tutti. Rappresentano infatti un aiuto che l'uomo offre a un altro uomo, il conforto che l'esperienza può dare a chi ancora non ce l’ha, una guida per evitare gli errori o per rimediarli. In questo risiede il grande valore terapeutico degli aforismi, a patto che non la pensiate come Voltaire: “I saggi di tutti i tempi hanno in genere sempre detto le stesse cose, e gli uomini di tutti i tempi hanno sempre fatto le stesse cose, cioè il contrario”.
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