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Le catacombe romane

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    kamo58
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    00 07/06/2012 12:33



    Le catacombe sono gli antichi cimiteri sotterranei, usati ad un tempo dalle comunita' cristiane ed ebraiche, soprattutto a Roma. Le catacombe cristiane, che sono le piu' numerose, ebbero origine nel secondo secolo e lo scavo continuo' fino alla prima meta' del quinto. In origine esse furono solo luoghi di sepoltura. Qui i cristiani si radunavano per celebrare i riti funebri, gli anniversari dei martiri e dei defunti. Durante le persecuzioni, in casi eccezionali, servirono come luoghi di rifugio momentaneo per la celebrazione dell'Eucarestia. Non furono usate come nascondigli segreti dei cristiani; questa e' una pura leggenda, una finzione proposta da romanzi e film. Terminate le persecuzioni, soprattutto al tempo del papa San Damaso I (366 - 384), le catacombe divennero veri e propri santuari dei martiri, centri di devozione e di pellegrinaggio di cristiani da ogni parte dell'impero romano. A quel tempo anche a Roma esistevano cimiteri all'aperto, ma i cristiani, per diversi motivi, preferirono i cimiteri sotterranei. Prima di tutto i cristiani rifiutavano l'usanza pagana della cremazione del corpi. Sull'esempio della sepoltura di Cristo, essi preferivano l'inumazione, per un senso di rispetto verso il corpo destinato un giorno alla risurrezione dai morti.




    Questo vivo sentimento dei cristiani creo' il problema dello spazio, problema che influi' grandemente sullo sviluppo delle catacombe. Se essi avessero utilizzato soltanto cimitero all'aperto, dal momento che i cristiani normalmente non riutilizzavano le tombe, lo spazio disponibile si sarebbe ben presto esaurito. Le catacombe risolsero il problema in forma economica, pratica e sicura. Siccome i primi cristiani erano in maggioranza poveri, questa forma di sepoltura fu decisiva. Ci furono pure altri motivi che portarono alla scelta dello scavo sotterraneo. Era vivissimo nei cristiani il senso della comunita': essi desideravano trovarsi assieme anche nel "sonno della morte". Inoltre questi luoghi appartati, in particolare durante le persecuzioni, permettevano raduni comunitari riservati e discreti e consentivano il libero uso dei simboli cristiani.




    In conformita' alla legge romana, che proibiva la sepoltura dei defunti entro le mura della citta', tutte le catacombe sono situate lungo le grandi vie consolari e, generalmente, nella immediata area suburbana di quel tempo. Nel primo secolo i cristiani di Roma non avevano cimiteri propri. Se possedevano dei terreni, seppellivano la' i loro defunti, altrimenti ricorrevano ai cimiteri comuni usati anche dai pagani. Per tale motivo San Pietro fu sepolto nella "necropoli" ("citta' dei morti") sul Colle Vaticano, aperta a tutti; come pure San Paolo fu sepolto in una necropoli della Via Ostiense. Nella prima meta' del secondo secolo, in conseguenza di varie concessioni e donazioni, i cristiani presero a seppellire i loro morti sottoterra. Ebbero cosi' inizio le catacombe. Molte di esse sorsero e si svilupparono attorno a dei sepolcri di famiglia, i cui proprietari, neoconvertiti, non li riservarono soltanto alla famiglia, ma li apersero anche ai loro fratelli nella fede. Col passare del tempo le aree funerarie si allargarono, talvolta per iniziativa della Chiesa stessa.
    Tipico e' il caso delle catacombe di San Callisto: la Chiesa ne assunse direttamente l'organizzazione e l'amministrazione, a carattere comunitario. Con l'editto di Milano, promulgato dagli imperatori Costantino e Licinio nel febbraio del 313, i cristiani non furono piu' perseguitati. Potevano liberamente professare la fede, costruire luoghi di culto e chiese dentro e fuori le mura della citta', e comperare lotti di terreno senza pericolo di confische. Tuttavia le catacombe continuarono a funzionare come cimiteri regolari fino all'inizio del quinto secolo, quando la Chiesa ritorno' a seppellire esclusivamente sopratterra o nelle basiliche dedicate a martiri importanti.

    Quando i barbari (Goti e Longobardi) invasero l'Italia e scesero a Roma, vi distrussero sistematicamente molti monumenti e saccheggiarono molti luoghi, incluse le catacombe. Impotenti di fronte a tali ripetute devastazioni, verso la fine dell'ottavo e l'inizio del nono secolo, i papi fecero trasferire le reliquie dei martiri e dei santi nelle chiese della citta', per ragioni di sicurezza.Una volta terminata la traslazione delle reliquie, le catacombe non furono piu' frequentate, anzi vennero totalmente abbandonate, ad eccezione di quelle di San Sebastiano, San Lorenzo e San Pancrazio. Col passare del tempo, frane e vegetazione ostruirono e nascosero le entrate delle altre catacombe, tanto che se ne persero perfino le tracce. Per tutto il tardo Medioevo non si sapeva neppure dove fossero. L'esplorazione e lo studio scientifico delle catacombe iniziarono, secoli dopo, con Antonio Bosio (1575-1629), soprannominato il "Colombo della Roma sotterranea". Nel secolo scorso l'esplorazione sistematica delle catacombe, e in particolare di quelle di San Callisto, venne eseguita da Giovanni Battista de Rossi (1822-1894), che e' considerato il fondatore e padre della Archeologia Cristiana.

    fonte: quartomiglio.it
    [Modificato da kamo58 07/06/2012 12:37]
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    kamo58
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    00 11/06/2012 10:24



    I simboli




    I primi cristiani vivevano in una società prevalentemente pagana ed ostile. Durante la persecuzione di Nerone (64 dopo Cristo) la loro religione fu considerata "una superstizione strana ed illegale". I pagani diffidavano del cristiani e li tenevano a distanza, li sospettavano e li accusavano dei peggiori delitti. Li perseguitavano, imprigionavano, condannavano all'esilio o a morte.

    Non potendo professare apertamente la fede, i cristiani si servivano di simboli, che dipingevano sulle pareti delle catacombe e, più spesso, incidevano sulle lastre di marmo che sigillavano le tombe.

    Come gli antichi, i cristiani amavano molto il simbolismo. I simboli richiamavano visibilmente la loro fede, il termine "simbolo" indica un segno concreto o una figura, che nell'intenzione dell'autore, richiama un'idea o una realtà spirituale. I simboli principali sono il Buon Pastore, l'"orante", il monogramma di Cristo e il pesce.

    Il Buon Pastore con la pecora sulle spalle rappresenta Cristo salvatore e I'anima che Egli ha salvato. Questo simbolo è con frequenza presente negli affreschi, nei rilievi dei sarcofagi, nelle statue e si trova pure sovente inciso sulle tombe.

    L'orante: questa figura rappresentata con le braccia aperte è simbolo dell'anima che vive già nella pace divina.

    Il monogramma di Cristo è formato da due lettere dell'alfabeto greco, la X (chi) e la P (ro), intrecciate insieme. Sono le prime due lettere della parola greca "Christòs", cioè Cristo. Questo monogramma, posto su una tomba, indicava che il defunto era cristiano.

    Il pesce. In greco si dice IXTHYC (ichtùs). Disposte verticalmente, le lettere di questa parola formano un acròstico: Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. Acròstico è una parola greca che significa la prima lettera di ogni riga o paragrafo, è un simbolo diffuso di Cristo, emblema e compendio della fede cristiana.

    Altri simboli sono la colomba, l'Alfa e l'Omega, l'àncora, la fenice, ecc.

    La colomba, con il ramoscello d'olivo nel becco, simbolo dell'anima nella pace divina.

    L'Alfa e l'Omega sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Significano che Cristo è l'inizio e la fine di tutte le cose.

    L'àncora è il simbolo della salvezza, simbolo dell'anima che ha felicemente raggiunto il porto dell'eternità.

    La fenice, mitico uccello d'Arabia, che, secondo la credenza degli antichi, dopo un dato numero di secoli risorge dalle sue ceneri, è il simbolo della risurrezione.

    Le tombe dei martiri, i cubicoli e anche gli arcosoli potevano essere talvolta decorati con pitture eseguite con la tecnica dell'affresco. Gli affreschi rappresentano scene bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento, alcune con stretto significato simbolico.

    I simboli e gli affreschi sono come un Vangelo in miniatura, un sommario della fede cristiana.
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    kamo58
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    00 13/06/2012 10:30


    Ricostruzione del De Rossi della Cripta dei Papi



    Le catacombe di S. Callisto



    Sono sorte verso fine del II secolo, con alcuni ipogei cristiani privati e da un'area funeraria direttamente dipendente dalla chiesa romana, prendono nome dal diacono Callisto I, preposto da papa Zefirino all'amministrazione del cimitero stesso; salito a sua volta al soglio pontificio, egli ingrandì il complesso funerario, che ben presto divenne quello ufficiale della Chiesa.

    Le gallerie, dove trovarono sepoltura più di cinquanta martiri e sedici pontefici, fanno parte di un complesso cimiteriale che occupa quindici ettari e raggiungono una lunghezza di quasi venti km; i nuclei più antichi sono le cripte di Lucina e la regione detta dei Papi e di Santa Cecilia, dove si conservano alcune tra le memorie più sacre del luogo (le cripte dei Papi e di Santa Cecilia, e i cubicoli dei Sacramenti); le altre regioni sono denominate di San Gaio e di Sant'Eusebio (della fine del III secolo), Occidentale (risalente alla prima metà del IV secolo) e Liberiana (della seconda metà del IV secolo), con grandiose architetture sotterranee. Una scala moderna, sul posto dell’antica fatta costruire da papa Damaso I, dà accesso alla regione dei Papi, in cui si visita l'omonima cripta, dove furono sepolti nove pontefici e, forse, otto esponenti della gerarchia ecclesiastica: lungo le pareti sono le iscrizioni originali in greco dei pontefici Ponziano, Antero, Fabiano, Lucio I e Eutichiano. Nella parete di fondo fu deposto anche papa Sisto II, ucciso durante la persecuzione di Valeriano; dinanzi al suo sepolcro papa Damaso fece incidere un'iscrizione metrica nei caratteri ideati dal calligrafo Furio Dionisio Filocalo.




    Il Buon Pastore


    Nella cripta contigua è la tomba di Santa Cecilia, le cui reliquie furono rimosse da papa Pasquale I nell'821: gli affreschi degli inizi del IX secolo sulle pareti raffigurano Santa Cecilia orante, il busto del Redentore e papa Urbano I. Poco lontano, una galleria della fine del II secolo dà accesso ai cubicoli dei sacramenti, che ospitano affreschi della prima metà del III secolo alludenti al battesimo, l'eucaristia e alla resurrezione della carne; nella contermine regione detta di San Milziade, il sarcofago del bambino ha la fronte scolpita di episodi biblici. Nella regione dei Santi Gaio ed Eusebio ci sono alcune cripte distinte, una opposta all’altra, che accolgono i sepolcri dei papi Caio, con un'iscrizione, ed Eusebio, deceduto in Sicilia dove era stato esiliato da Massenzio e traslato a Roma durante il pontificato di Milziade; su una copia in marmo della fine del IV secolo (di cui ci sono sul lato opposto i frammenti originali) si legge un'iscrizione damasiana con il ricordo dello scisma suscitato da Eraclio per la questione dei lapsi. Percorrendo la galleria si incontrano, in successione, la cripta dei martiri Calocero e Partenio e il doppio cubicolo di Severo, che contiene un'iscrizione ritmica (non posteriore al 304) dove il vescovo di Roma Marcellino viene chiamato per la prima volta papa e viene professata la fede nella resurrezione finale. In una regione più remota è la deposizione di papa Cornelio, il cui sepolcro conserva l'iscrizione originale contenente il titolo di martyr e, ai lati, splendide pitture, con caratteri stilistici bizantini del VII ed VIII secolo, raffiguranti i papi Sisto II e Cornelio ed i vescovi africani Cipriano ed Ottato. In un vicino cubicolo sono alcuni fra i più antichi, della fine del II e gli inizi del III secolo, affreschi delle catacombe romane: nel soffitto, un Buon Pastore con degli oranti, e sulla parete di fondo due pesci con un cestino di pani sul dorso, simbolo dell'eucarestia.

    [Modificato da kamo58 13/06/2012 10:30]
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    kamo58
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    00 20/06/2012 13:04
    Le catacombe di Commodilla


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