Il forum-blog di kamomilla

I grandi classici dell'infanzia

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    kamo58
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    00 13/06/2012 10:04
    Ci sono stati libri nella mia formazione che sono stati i primi mattoni di una lettrice amante dell'avventura su carta.
    Il primo libro in assoluto, letto a sette anni per dieci volte consecutive, è stato Pinocchio, non riuscivo a staccarmene.
    Di Pinocchio si sa tutto, e non ne parlerò ma lo considero un capovolavoro.

    Inizio invece con il parlare di Emilio Salgari, di cui credo di aver letto la maggior parte dei suoi scritti.




    La famiglia Salgari al completo. Ida "Aida", Emilio, e i figli Omar, Nadir, Romero e Fatima.



    Emilio Salgari nacque a Verona il 21 agosto del 1862 da una famiglia di modesti commercianti; nel 1878 si iscrisse al Regio Istituto Tecnico e Nautico "P.Sarpi" di Venezia, ma senza ottenere la licenza. Come "uomo di mare" compì solo alcuni viaggi di addestramento a bordo di una nave scuola e successivamente un viaggio (probabilmente in qualità di passeggero) sul mercantile "Italia Una", che per tre mesi navigò su e giù per l'Adriatico, toccando la costa dalmata e spingendosi fino al porto di Brindisi; ma il Capitano Salgari non smise mai di credere e narrare le sue avventure.
    Nel 1883 inizia a collaborare con il giornale "La Nuova Arena", della sua città Verona, sulle cui pagine apparve a puntate il suo primo romanzo, "Tay-See", stampato successivamente (dopo aver subito varie modifiche alla trama) con il titolo "La Rosa del Dong-Giang"; nell'ottobre dello stesso anno escono le prime puntate di "La Tigre della Malesia". Inizia così la sua fortunata e tormentata carriera di scrittore che annovera al suo attivo circa ottanta romanzi e un numero ancora imprecisato di avventure e racconti.
    Nel 1889 il suicidio del padre: primo di un'impressionante catena formata dallo stesso scrittore nel 1911, dal figlio Romero nel 1931 a 33 anni, dal figlio Omar, testimone e interprete della leggenda paterna, nel 1963. Nel 1892 si sposa con Ida Peruzzi (che il marito chiamerà affettuosamente per tutta la vita "Aida", come l'eroina di Verdi): un matrimonio, questo, a suo modo riuscito (ma la moglie morirà internata in manicomio); nello stesso anno la famiglia Salgari, ampliatasi con la nascita della piccola Fatima (la primogenita, seguiranno poi tre maschietti: Nadir nel 1894, Romero nel 1898 e Omar nel 1900), si trasferisce a Torino, dove lavora per l'editore Speirani, casa editrice per ragazzi; nel 1898 l'editore Donath lo convince a trasferirsi a Genova ed è qui che stringe amicizia con Giuseppe "Pipein" Gamba che sarà il suo primo grande illustratore. Sono anni buoni, interrotti da un nuovo trasferimento a Torino, nel 1900. Le condizioni della famiglia si fanno precarie, nonostante l'incessante lavoro per mantenere un rispettabile decoro borghese; rompe il contratto con Donath e passa a Bemporad (per cui, dal 1907 al 1911 scrive 19 romanzi). Il successo, specialmente tra i ragazzi, continua, diversi titoli raggiungono le 100.000 copie, anche se la critica ignora la sua produzione. Il collasso nervoso e il ricovero della moglie sono il colpo di grazia per un uomo stremato. Scrive tre lettere, ai figli, agli editori, ai direttori dei giornali torinesi e si toglie la vita il 25 aprile 1911. La sua opera tuttavia è rimasta viva a nutrire con tutto il suo fascino la fantasia di generazioni di ragazzi e non.

    "Ai miei editori: A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che io vi ho dato pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.
    - Emilio Salgari"


    [SM=x2784973]


    L'universo dei libri di Emilio Salgari è sempre stato piuttosto nebuloso, i falsi si sono contati a centinaia, un mercato alimentato da editori spesso senza scrupoli; da gente il cui unico scopo era quello di arricchirsi sfruttando la popolarità e il favore di cui godeva un già fecondo scrittore di romanzi d'avventura; da Salgari stesso, poichè alcuni dei suoi libri o racconti uscirono sotto pseudonimi; dai suoi figli infine (principalmente da Omar), che per riabilitare la figura paterna e quasi per "vendicarla", non sempre raggiunsero grandi risultati anche adoperandosi in processi e cause di riconoscimenti. Alcuni testi restano perciò in bilico tra l'essere stati effettivamente scritti da E.Salgari oppure da altri.
    Tuttavia circa 80 romanzi sono concordemente attribuiti a questo scrittore, alcuni sono divisi per cicli mentre altri rappresentano dei romanzi singoli. Scorrendo questa pagina si puo' avere una visione d'insieme dei vari romanzi, con la loro presentazione "in ordine di lettura" (per quelli che rappresentano dei "cicli", e quindi la cosa non vale, naturalmente, per i "romanzi singoli"). I romanzi qui sotto riportati riportano solamente la data di prima pubblicazione "in volume", rimandando alle singole pagine di questo sito dedicate a ciascun ciclo, per altre informazioni e note sulla trama di ciascuno.

    Un discorso a parte meritano poi i "racconti" scritti da E.Salgari e gli "articoli" pubblicati durante la sua carriera giornalistica.


    Il ciclo dei
    "Pirati della Malesia"

    I Misteri della Jungla Nera (1895)
    Le Tigri di Mompracem (1900)
    I Pirati della Malesia (1896)
    Le due Tigri (1904)
    Il Re del Mare (1906)
    Alla conquista di un impero (1907)
    Sandokan alla riscossa (1907)
    La riconquista del Mompracem (1908)
    Il Bramino dell'Assam (1911)
    La caduta di un impero (1911)
    La rivincita di Yanez (1913)

    Il ciclo dei
    "Pirati delle Antille"

    Il Corsaro Nero (1898)
    La Regina dei Caraibi (1901)
    Jolanda, la figlia del
    Corsaro Nero (1905)
    Il figlio del Corsaro Rosso (1908)
    Gli ultimi filibustieri (1908)

    Il ciclo dei
    "Corsari delle Bermude"

    I corsari delle Bermude (1909)
    La crociera della Tuonante (1910)
    Straordinarie avventure di
    Testa di Pietra (1915)

    Il ciclo delle
    "Avventure nel Far-West"

    Sulle frontiere del Far-West (1908)
    La Scotennatrice (1909)
    Le Selve Ardenti (1910)

    Un considerevole numero di romanzi singoli e alcuni romanzi sotto la categoria "I cicli minori". Di tutti l'elenco sarebbe troppo lungo, vista la prolificità dello scrittore.
    [Modificato da kamo58 13/06/2012 10:09]
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    kamo58
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    00 13/06/2012 10:11
    Pirati della Malesia



    "Al di fuori l'uragano e qua io! Quale il più tremendo?"


    E' con queste parole minacciose che si presenta Sandokan, principe bornese spodestato dal trono dei suoi avi dall'avanzata degli uomini bianchi, e divenuto feroce pirata, il cui solo nome basta a incutere il più folle terrore nei cuori degli uomini. Il suo rifugio è una piccola isola, Mompracem, un nido d'Aquila, un susseguirsi di rocciose scogliere che ne fanno un luogo inespugnabile e una promessa di morte. Uno dei più fortunati e conosciuti cicli della letteratura ha inizio da questi due personaggi, da un uomo forte e terribile, e da un'altrettanto forte e terribile isola che sembra essere spesso qualcosa di vivo e umano, e che è, più di ogni altra cosa, un simbolo. Di amicizia, ma non solo; la promessa di avventura, e, soprattutto, la forza di sapersi opporre all'ingiustizia e di far trionfare la libertà. Intorno a questi due personaggi si muovono un'infinità di altre figure, dai tratti umani o animali, esseri nobili e leali, altri vili e spregiudicati, un intero mondo che si anima tra le jungle del Borneo e dell'India e tra le acque cristalline dell'arcipelago della Sonda, in continua lotta e alle prese con sempre nuove avventure, dove solo i più coraggiosi e forti possono sopravvivere.
    Questo mondo ha affascinato e continua ad affascinare i ragazzi di ogni generazione, perchè l'avventura non può mai aver fine.

    Tutti i testi e le immagini su Salgari provengono da: emiliosalgari.it
    [Modificato da kamo58 13/06/2012 10:13]
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    kamo58
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    00 15/06/2012 08:57
    I ragazzi della via Paal



    A Budapest nella via Paal, c'è il quartiere generale di una banda di ragazzi. Al comando di Boka si schierano Geréb, Kolnay, Barabás, Csónakos, Csele, Weisz, Leszik, Richter e Nemecsek. Il solo Boka, saggio ed equilibrato, ha il grado di generale; tutti gli altri hanno un grado fra sottotenente e capitano, ad eccezione di Nemecsek, l'unico soldato semplice.

    L'area della via Paal è vicina al quartier generale delle Camicie rosse, guidate da Franco Áts, fiero avversario di Boka. Egli ruba la bandiera a una delle fortezze dei ragazzi della via Paal. Boka, Nemecsek e Csónakos organizzano allora una spedizione per riprenderla nel campo nemico. La spedizione è piena di colpi di scena e imprevisti. Nemecsek cade accidentalmente nel laghetto e poi, per nascondersi dalle camicie rosse, va nella vasca dei pesci rossi prendendosi un raffreddore. Poco dopo, con Boka, scopre il tradimento di Geréb, che è invidioso di Boka perché questi lo ha sconfitto nell'elezione del comandante.

    Nel gruppo è emersa però una sottostruttura: la Società dello Stucco, formata da tutti i componenti ad eccezione di Boka e Csónakos. Scoperti da un professore con atteggiamento un po' scontroso e coraggioso oppositore di qualsiasi associazione fra i ragazzi, sono costretti a proseguire di nascosto. I membri della Società dello Stucco bandiscono Nemecsek per indisciplina: in realtà il ragazzo sta inseguendo Geréb, il quale col suo tradimento mette in pericolo l'organizzazione principale. La salute di Nemecsek peggiora, ma il ragazzo si reca di nascosto all'Orto botanico, durante una riunione delle Camice Rosse di Franco Áts. Scoperto, viene scaraventato nel laghetto per punizione e poi lasciato andare: non viene infatti picchiato in quanto Franco Áts lo ritiene troppo debole. In questo modo, però, Nemecsek peggiora ulteriormente le sue condizioni. Nemecsek non si trattiene, poi, dal dare una lezione di dignità a Geréb, presente alla riunione, che si pente segretamente ed assiste agli onori delle armi che Áts fa riservare a Nemecsek mentre questi lascia l'Orto botanico, in segno di rispetto per la lezione morale impartita alle Camicie Rosse.

    È solo quando le Camicie rosse dichiarano guerra ai ragazzi della via Paal che Geréb torna, mentre questi ultimi organizzano la difesa, e chiede perdono a Boka; il generale però rifiuta, lasciandolo in lacrime. Il padre di Geréb, di fronte al pianto del figlio, gli chiede spiegazioni e si avvia verso il campo, dove i membri della Società dello Stucco scaricano la responsabilità su Nemecsek. Nemecsek è ormai sul punto di svenire fra le braccia di Boka, che lo riporta a casa. Per sottrarre Geréb alle percosse di suo padre, Nemecsek ha taciuto la verità, negando il tradimento di Geréb e prendendosi la colpa, ma è gravemente malato e viene messo a letto con la febbre altissima. Mentre Boka predispone la trincea, le bombe di sabbia e le lance e illustra il piano definitivo della battaglia, arriva una lettera con la quale Geréb si dichiara apertamente pentito, e trasmette ai ragazzi di via Paal preziose informazioni sui nemici. Viene così riammesso nelle loro file. Con uno stile emozionante Molnár descrive la battaglia, che inizialmente avvantaggia le truppe di Boka. Ma la situazione precipita, e le Camicie rosse, che stanno per liberare tutti i prigionieri, sono sul punto di vincere. È allora che Nemecsek, scappato di casa nonostante la febbre, si getta su Ats, atterrandolo e determinando la vittoria dei ragazzi della via Paal.

    L'eroismo costa caro a Nemecsek, che muore nel suo letto di polmonite, dopo uno straziante ultimo incontro con Boka ma senza ricevere le scuse dei membri finalmente pentiti della Società dello Stucco, che arrivano troppo tardi.

    Boka, sconvolto, si reca al campo, e scopre che il proprietario del terreno di lì a poco vi costruirà un palazzo. Boka fissa pensosamente davanti a sé, e per la prima volta nella sua anima di ragazzo balena l'idea di ciò che è propriamente questa vita, per la quale noi, suoi schiavi, ora con gioia, ora con dolore, lottiamo.

    Il romanzo è stato più volte tradotto in film:


    I ragazzi della via Paal, film diretto da Béla Balogh nel 1929
    I ragazzi della via Paal (No Greater Glory), film diretto da Frank Borzage (1934)
    I ragazzi della via Paal, film diretto da Alberto Mondadori e Mario Monicelli (1935)
    I ragazzi della via Paal (A Pál-utcai fiúk), film diretto da Zoltán Fábri, per il quale ebbe una nomination all'Oscar (1969)
    I ragazzi della via Pal, film TV diretto da Maurizio Zaccaro (2003)
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    kamo58
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    00 18/06/2012 20:25



    Zanna Bianca


    Zanna Bianca (pubblicato la prima volta a puntate tra il maggio e l'ottobre del 1906) è uno dei più famosi romanzi dello scrittore statunitense Jack London. Il romanzo può essere considerato uno dei classici della letteratura per ragazzi.
    Zanna Bianca ha una trama speculare all'altro famoso romanzo di London "Il richiamo della foresta", ideale suo seguito, nel quale un cane domestico torna alla vita selvatica con i lupi.

    Il romanzo è fedele alla prosa precisa dello stile di London e presenta un uso innovativo della prospettiva narrativa: la maggior parte del romanzo è scritto dal punto di vista degli animali, descrivendo il modo in cui London ritiene che essi vedano il loro mondo a loro circostante e soprattutto gli uomini.

    Viene descritto dettagliatamente il violento mondo selvaggio[1], in cui vige la "legge dell'artiglio e della zanna", affiancato subito all'altrettanto violento mondo della cosiddetta civiltà umana.

    Zanna Bianca è stato tradotto in moltissime lingue ed ha avuto anche numerose trasposizioni cinematografiche, l'ultima nel 2010.



    La storia inizia prima della nascita del lupo con un quarto di sangue di cane, con due uomini, Henry e Bill, che stanno cercando di attraversare la foresta con una slitta trainata da una muta di sei cani; il gruppo è però da giorni tallonato da un branco di lupi affamati e, quando finalmente una squadra di soccorso raggiunge Henry, sia Bill che i cani sono stati divorati.

    La narrazione segue quindi il branco, attraverso la caccia degli alci e i combattimenti tra i maschi per il corteggiamento di Kiche, una lupa con metà sangue di cane; il Guercio, un lupo cieco da un occhio per gli innumerevoli combattimenti, la spunta su tutti gli altri contendenti e diventa il compagno di lei.

    Dalla loro unione nascono cinque cuccioli, ma una grave carestia li uccide tutti tranne uno e, nella ricerca del cibo, il Guercio viene ucciso da una grossa lince.

    Durante una delle sue esplorazioni, il piccolo lupo si imbatte in una comitiva di cinque indiani; quando la madre lo raggiunge per soccorrerlo uno di essi, Castoro Grigio, la riconosce come Kiche, posseduta da suo fratello e fuggita durante una carestia. Il fratello di Castoro Grigio è morto, quindi lui reclama la proprietà della madre e del cucciolo, dando a quest'ultimo il nome di Zanna Bianca.

    L'infanzia di Zanna Bianca al campo indiano è molto dura. Kiche viene ceduta e scompare dalla sua vita e i cani, vedendolo come un lupo, lo attaccano costantemente; gli uomini lo difendono, ma i cani non lo accettano come un loro compagno e soprattutto il capobranco Lip-Lip lo bersaglia in modo particolare. Zanna Bianca cresce quindi sempre più selvaggio, scontroso, solitario e sanguinario, "il nemico della sua specie".
    Dato che doveva stare continuamente all'erta contro ogni tipo di pericolo, le sue facoltà predatorie e difensive si svilupparono più del normale. Divenne più agile di qualsiasi altro cane, più veloce, più astuto, più implacabile, più snello, più esile ma con muscoli e tendini di acciaio, più resistente, più crudele, più feroce e più intelligente.


    Quando Zanna Bianca ha circa nove mesi di età, Castoro Grigio lo porta con sé a Fort Yukon, dove conta di concludere affari d'oro vendendo manufatti ai bianchi cercatori d'oro in arrivo da tutto il mondo.

    Qui la storia prende una piega molto più cupa e un sinistro uomo, Smith Bellezza (così soprannominato per via del suo aspetto raccapricciante), convince con l'inganno Castoro Grigio a vendergli Zanna Bianca. L'uomo bianco, notate le straordinarie doti del lupo, lo tortura a sangue per incattivirlo al massimo e utilizzarlo come cane da combattimento.

    Zanna Bianca sbaraglia tutti i cani che gli vengono posti contro, vincendo anche contro una lince, finché a Fort Yukon non arriva il primo bulldog. Il bulldog infatti resiste ai terribili attacchi del lupo e riesce a serrare la fortissima mandibola intorno al collo di Zanna Bianca, soffocandolo.

    Proprio in quel momento giunge Weedon Scott, un giovane e ricco commerciante californiano; nauseato dalla scena, irrompe nel ring e salva Zanna Bianca, malmenando Smith Bellezza e costringendolo a venderglielo.

    La parte oscura della storia ha termine; nonostante tutti lo credano impossibile, Scott riesce a recuperare Zanna Bianca non solo fisicamente, ma anche caratterialmente; con infinita pazienza, l'uomo riesce a convincere il lupo che al mondo non ci sono solo odio e violenza, ma anche amore e affetto, sentimento che il lupo scopre per la prima volta.
    Collabora a Wikiquote « Weldon Scott si era assunto il compito di redimere Zanna Bianca, o piuttosto di redimere l'umanità dal male che aveva fatto a Zanna Bianca. Era per una questione di principio e per uno scrupolo di coscienza. Sentiva che il male fatto al lupo era un debito contratto dall'uomo e che doveva essere pagato. »


    Per l'uomo arriva il momento di tornare a casa, in California; nonostante l'idea fosse quella di lasciare Zanna Bianca, il lupo rompe una finestra della casa in cui era stato chiuso e lo raggiunge sul battello, convincendo Scott a portalo con sé.

    In California Zanna Bianca impara la vita in città e le regole della tenuta del giudice Scott, padre di Weldon, dando prova ancora una volta della sua stupenda adattabilità, diventando un perfetto cane da guardia e riuscendo pazientemente a convivere con i cani di casa, la pastore Collie e il levriero Dick.

    La tenuta del giudice Scott, nella quale si svolge l'ultimo capitolo, è un chiaro rimando a "Il richiamo della foresta", in cui il cane Buck vive nella tenuta del giudice Miller, anch'essa nella Contea di Santa Clara.

    Nell'ultimo capitolo, Jim Hall, un pericoloso assassino condannato dal giudice Scott, evade dal carcere e fa irruzione nella tenuta per uccidere il giudice, ma Zanna Bianca interviene uccidendo il criminale ma restando a sua volta gravemente ferito da due colpi di rivoltella.

    Contro ogni previsione dei veterinari, Zanna Bianca sopravvive e al ritorno alla tenuta scopre che Collie ha appena dato alla luce sei cuccioli e conosce quindi i suoi figli.
    Anche gli altri piccini, con grande disgusto di Collie, gli si avvicinarono strisciando, e lui permise gravemente che gli si arrampicarrero e gli capitombolassero addosso. Dapprima, tra gli applausi degli dèi, egli tradì un tantino della sua antica timidezza e goffaggine ma anche questa sparì mentre continuavano i giuochi e i capitomboli dei cuccioli. Rimase sdraiato con i pazienti occhi semichiusi a riposare al sole.
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    kamo58
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    00 20/06/2012 09:31



    Piccole donne




    Piccole donne è il più famoso romanzo di Louisa May Alcott, che pubblicò, per la prima volta, in due volumi, il primo nel 1868 e il secondo nel 1869 in America, con il titolo "Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy".

    La storia è incentrata su quattro sorelle, Amy, Jo, Meg e Beth che vivono con la madre e la domestica, mentre il padre è al fronte a combatte la Guerra di Secessione.

    La guerra fa da sfondo alle loro vicende, perché in primo piano ci sono le grandi avventure e le piccole disavventure delle quattro ragazze. Certo la loro vita è segnata dalle continue preoccupazioni per il padre lontano e per le ristrettezze economiche che si trovano a subire proprio in conseguenza della guerra, ma quello che risalta maggiormente è la loro storia.

    Le sorelle infatti sono molto unite e grazie alla loro solida amicizia, al modo semplice di affrontare le giornate godendo delle piccole cose quotidiane, riescono a non soccombere alle difficoltà che si presentano.

    La spensieratezza che c’è in casa viene, però, messa a dura prova da vari eventi, arriva la notizia della malattia del padre, la madre è costretta a partire e poi anche Beth cade malata. Ed è proprio in queste fasi negative che le ragazze mostrano la bellezza e la solidità del loro rapporto, nonostante la diversità del loro carattere e del modo di affrontare i problemi.

    Il libro ruota attorno ai racconti che identificano e mostrano le quattro sorelle, ma a fare da perno, con un ruolo predominante è la madre. La donna osserva tutto quello che avviene in casa, attenta a non perdersi nulla, è sempre vigile, ma capace di lasciare spazio dando libertà di scelta, rendendo così la possibilità ad Amy, Jo, Meg e Beth di vivere le proprie esperienze, senza interferire.

    Quello che un lettore attento può notare perdendosi nelle pagine del romanzo “Piccole donne” è che la realtà che viene descritta è molto lontana dalla nostra, le situazioni sono subite ed affrontate in maniera completamente differente.

    Una malattia che adesso è semplice da debellare, ovviamente allora poteva essere mortale, le donne, inoltre, ricoprivano un ruolo più defilato nella società e, per di più, in assenza di informazioni e tecnologie, i rapporti venivano vissuti con una maggiore genuinità.

    La scrittrice Louisa May Alcott, in “Piccole donne” riesce a mettere l’accento su tematiche importanti, mostrandoci fino in fondo il carattere delle protagoniste e le loro reazioni dinanzi ai fatti quotidiani.

    Jo in particolare, viene descritta come colei che combatte contro le regole che conformavano le donne ad un ruolo secondario, per mostrarsi per quello che è, senza doversi mostrare indifesa e fragile, quasi sottomessa alla volontà comune. Lotta per poter vivere i propri piaceri, senza temere il giudizio altrui, ma ascoltando i consigli della madre, che avendo più esperienza rispetto a lei, l’aiuta ad essere amorevole e una donna migliore.

    “Piccole donne” è un romanzo che possiede non solo una buona storia che fa appassionare, ma anche dei messaggi molto interessanti, soprattutto quelli che derivano dai discorsi fatti tra la mamma e le figlie. Un libro indimenticabile per la vecchia generazione, ma che può trovare una giusta collocazione anche nelle nuove leve.
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    kamo58
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    00 08/07/2012 11:26



    Il piccolo Lord



    (Little Lord Fauntleroy) è un romanzo per ragazzi di Frances Hodgson Burnett, pubblicato la prima volta a puntate sul St. Nicholas Magazine nel 1885 e in volume nel 1886. Il libro rappresentò un successo commerciale per il giornale e per la sua autrice, favorito anche dallo stile innovativo delle illustrazioni di Reginald Birch che accompagnavano il romanzo. "Little Lord Fauntleroy" costituì anche un precedente nel campo della legislazione dei copyright, quando nel 1888 l'autrice vinse una causa sui diritti dell'adattamento teatrale del suo lavoro.

    Cedric Errol è un ragazzo di circa 7 anni, che vive negli Stati Uniti con la giovane madre. Suo padre, morto qualche anno prima, era il figlio minore del conte di Dorincourt, ricco e potente nobile inglese. Il matrimonio del padre di Cedric con la madre, non era mai stato accettato dal vecchio conte, che aveva immediatamente interrotto i rapporti con la giovane famiglia e si era sempre rifiutato d'incontrare la nuora e il nipotino.
    Cartolina pubblicitaria della versione cinematografica del 1921 con Mary Pickford.

    Cedric però ignora tutto questo e vive la sua infanzia spensierata in un quartiere popolare di New York assieme ai suoi più grandi amici: Mr. Hobbs il droghiere e Dick il lustrascarpe.

    Ma alla morte improvvisa di Bevis, il primogenito del conte, cambia tutto: Cedric diventa di colpo erede universale di tutte le immense fortune della famiglia con il titolo di Lord Fauntleroy e il nonno, uomo col tempo divenuto burbero, è costretto suo malgrado a convocare il ragazzo e l'odiata nuora in Inghilterra, non per affetto, ma solamente per poter dare a Cedric un’educazione degna di un lord inglese dal momento che sarebbe diventato il suo successore.

    All'arrivo nel grande castello del nonno, Cedric ha una grande delusione: la mamma che l'aveva accompagnato fin lì non avrebbe più vissuto con lui, ma avrebbe abitato in una villetta a Court Lodge, ben al di fuori dell'immensa tenuta di Doricourt. Il ragazzo non è a conoscenza dei dissapori tra la madre e il vecchio conte, e la donna fa di tutto affinché la cosa rimanga segreta perché in caso contrario Cedric non avrebbe mai potuto instaurare un buon rapporto con il nonno.

    Nonostante i pregiudizi del vecchio conte, che considera gli americani poco più che selvaggi, il rapporto tra lui e il nipote diventa via via sempre più profondo, grazie anche all'affetto che Cedric gli riserva. Intanto la madre, resasi conto delle terribili condizioni di vita della gente che vive nelle proprietà del conte, comincia a fare opera di volontariato, utilizzando per questo anche il piccolo vitalizio che il suocero le passa e convince il figlio a parlare con il nonno per poter migliorare le condizioni della popolazione. Lentamente avviene il miracolo: il nonno si trasforma in un uomo sereno, felice dell'immenso affetto che prova per Cedric e capace di aiutare gli altri.

    Ma improvvisamente arriva una brutta notizia: Bevis, lo zio di Cedric, prima di morire si era sposato e aveva avuto un figlio, che a questo punto è il primo nella linea di successione per diventare conte di Doricourt. Il conte è disperato: fa effettuare dal suo avvocato tutte le possibili ricerche in merito, ma sembra che Minna sia effettivamente stata la moglie del suo figlio maggiore e che quindi il suo adorato Cedric non sarà più il suo successore. Il vecchio inoltre prova anche una grande vergogna: si è sempre rifiutato d'incontrare la madre di Cedric, una creatura intelligente e di animo gentile, ed ora è costretto ad instaurare rapporti con questa Minna, donna rozza e volgare, degna compagna di Bevis, il suo dissoluto figlio maggiore.

    Cedric comunica la notizia ai suoi amici di New York a lui in realtà la cosa non interessa molto, gli basta poter conservare l'affetto del nonno, ma Dick il lustrascarpe, vedendo una fotografia di Minna, riconosce l'ex moglie di suo fratello, che aveva avuto da lei un figlio che ora la donna faceva passare per figlio di Bevis.

    Smascherata Minna, Cedric riprende di diritto il suo ruolo e il vecchio conte si affretta a ricucire il rapporto con la giovane nuora, invitandola a vivere con il figlio al castello di Doricourt. La storia si conclude con la grande festa per l'ottavo compleanno di Cedric a casa Dourincourt, con il futuro Conte circondato dall'affetto di tutti i suoi cari.
    [Modificato da kamo58 08/07/2012 11:27]
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    kamo58
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    00 13/01/2015 12:53
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