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Vermeer e il bicchiere di vino

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    kamo58
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    00 14/06/2012 09:42



    All’epoca del pittore i Paesi Bassi non esistevano, inseriti invece nella Repubblica delle Province Unite; dopo aver brevemente sostituito gli inglesi a Bordeaux alla fine dela guerra dei Cent’anni, le Province Unite diventarono una tra le potenze europee, in continue guerre dalle alleanze molto mobili: nazioni che fino all’anno prima si erano dati battaglia, l’anno successivo diventavano alleati contro un terzo avversario, ed i confini dei reami e degli imperi variavano per le guerre e per i matrimoni.

    Successe a Francia ed Inghilterra, acerrimi e storici nemici, che proprio contro le Province Unite si unirono nel 1672 per contrastarne l’egemonia sulle province spagnole.
    In tutto questo guerreggiare, si continuava ovviamente a bere e mangiare, ed il vino era una bevanda apprezzata anche dagli olandesi.
    Chi deteneva il potere enologico in quel periodo era indiscutibilmente la Francia, che approfittando della propria egemonia commerciale riusciva a piazzare le proprie bottiglie in ogni mercato. L’Italia non aveva la capacità mercantile che aveva la Francia, ma era agevolata dal produrre vini a maggior contenuto alcolico, che quindi potevano sopportare meglio i lunghi viaggi, soprattutto via mare, per raggiungere i porti di Francia ed Olanda, le due potenze commerciali del XVII secolo.
    Per lo stesso motivo, ossia la conservazione, erano preferiti vini dolci: il mosto non veniva fatto completamente fermentare, così da lasciare un certo grado zuccherino che avrebbe protetto il prezioso liquido durante il trasporto.





    In entrambi i dipinti il vino non è contenuto nelle bottiglie di vetro, che non erano ancora molto utilizzate nelle case perché piuttosto costose, ma in più comuni bottiglie di ceramica vetrosa, in genere costruite in Renania, chiamate bellarmine perché con la loro forma panciuta, e con l’aggiunta di una maschera dipinta sotto l’imboccatura, ricordavano il cardinal Roberto Bellarmino, quello stesso che fece condannare Galileo noto, ed odiato, per la sua intransigenza verso i protestanti.
    Queste bottiglie spesso erano tappate con stracci o con tappi in pelle, ma nel XVII secolo era iniziato l’uso del tappo di sughero, anche se le due ‘bellarmine’ posate sui tavoli nei due dipinti paiono avere una copertura in metallo. Molto probabilmente questa era solo una copertura per il sughero, così da renderne più agevole l’estrazione e la successiva ritappatura.
    Anche il vino che stanno bevendo le due donne, in particolare la Fanciulla, fa pensare ad un vino dolce, tipicamente preferito dalle ragazze di allora (ed anche di oggi). Inoltre già nel XVII secolo si cominciavano a produrre i vini per due tipologie di clienti: quelli danarosi e quelli poveri. In quest’ultimo caso il vino era poco più di un claret, un vino quasi annacquato fatto con le seconde o terze spremiture delle uve, mentre la prima spremitura veniva usata per produrre il vino per i nobili ed i ricchi, tipicamente i commercianti di stoffe e di spezie con le Americhe.
    Era inoltre segno di interesse verso una ragazza offrire del vino,e dal bicchiere appare un bel colore giallo oro ed il sorriso che la illumina, un sorriso che fa capire di aver ben compreso le intenzioni del cavaliere che le porge il bicchiere, può far pensare ad un vino aromatico o aromatizzato come ancora si usava fare.


    fonte: storiedelvino.com
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    kamo58
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    00 31/07/2014 12:37
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