Il forum-blog di kamomilla

Luglio: ruggisce il solleone e arroventa la sabbia

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    kamo58
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    00 01/07/2012 19:52


    Monet - Pioppi sull'Epte


    Il Reno si stacca dai monti con incantevoli
    Indugi, e prende spazio in pianura.
    In fiore gli oscillanti canapai ubbriacavano.
    Dai fieni mézzi che dan la febbre, da ondate
    fi frumenti pesanti, chi passa lungo le siepi
    me vede uscire i campanili rossi e i pioppi.
    Senz’ombra, annegati nella canicola, che non si sa
    A che vento mai trovino il modo di tremare
    In queste calme di luglio.




    (parole di un locale poeta dimenticato, riportate da Riccardo Bacchelli ne "Il diavolo al Pontelungo)
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    kamo58
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    00 03/07/2012 09:14



    “Se qualcuno viene da voi con un dono e voi non lo acettate, a chi appartiene il dono?”, domandò il maestro.
    “A chi ha tentato di regalarlo”, rispose un discepolo.
    “Lo stesso vale per la rabbia, l’invidia e gli insulti”, disse il maestro: “Quando non sono accettati
    continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.

    (Siddharta)
    [Modificato da kamo58 03/07/2012 11:26]
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    kamo58
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    00 05/07/2012 11:48


    GIOVANNI GIANI - Il mattino delle rose. Attesa


    I mattini passano chiari

    I mattini passano chiari
    e deserti. Così i tuoi occhi
    s'aprivano un tempo. Il mattino
    trascorreva lento, era un gorgo
    d'immobile luce. Taceva.
    Tu viva tacevi; le cose
    vivevano sotto i tuoi occhi
    (non pena non febbre non ombra)
    come un mare al mattino, chiaro.
    Dove sei tu, luce, è il mattino.
    Tu eri la vita e le cose.
    In te desti respiravamo
    sotto il cielo che ancora è in noi.
    Non pena non febbre allora,
    non quest'ombra greve del giorno
    affollato e diverso. O luce,
    chiarezza lontana, respiro
    affannoso, rivolgi gli occhi
    immobili e chiari su noi.
    È buio il mattino che passa
    senza la luce dei tuoi occhi.

    Cesare Pavese
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    kamo58
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    00 06/07/2012 09:14



    Aria del Dio della felicità


    Mi fai spuntare le lacrime, fratello,
    vedo che la vita non è allegra
    Ecco una mela: io ne possiedo tre,
    perciò una la regalo a te.
    Non ci vedo niente di eccezionale:
    e l’uno e l’altro possiamo vivere.
    Solo i semi, promettimelo,
    avido non inghiottirli,
    sputali invece a terra
    prima che mi allontani.
    E se poi cresce un melo
    dentro il mio campicello
    vieni a prenderti i frutti:
    è il tuo albero quello!

    Bertolt Brecht

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    kamo58
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    00 08/07/2012 11:07


    Michele Cammarano (Napoli 1835 - 1920) Scene di vita presso il Colosseo



    Elegie romane, III

    Le tegole dei colli che il mezzogiorno infuoca. E sopra
    nubi che paiono angeli per certe ombre volanti.
    Così il selciato libertino scopre
    lo slip azzurro dell'amica lunghegambe.
    Io, beato cantore di inezie, linee rotte, assurdità,
    nel grembo della città eterna mi nascondo
    dall'astro che ha imposto ai Cesari la loro cecità
    (raggi che basterebbero a un secondo universo).
    Meriggiare colorato e assorto. Il padrone d'una vespa
    tormenta la frizione. Piazza gialla.
    Stringendomi la mano contro il petto, conto
    della vita vissuta le monete di resto.
    E come un libro aperto ad ogni pagina, che si legge
    d'un fiato, il lauro fruscia su una balaustrata cotta.
    Il Colosseo è come il teschio di Argo: nelle occhiaie vuote
    gli nuotano le nubi, ricordo dell'antico gregge.


    IOSIF BRODSKIJ (1940-1996) poeta russo Premio Nobel



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    kamo58
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    00 09/07/2012 11:37


    DISEGNO © TRUNG VUONG

    La fanciulla che dorme di giorno

    Nel fremito incostante della brezza d’estate,
    La fanciulla si distende e subito s’assopisce.
    Il fermaglio di bambù scivola dai suoi lunghi capelli,
    I lacci del suo corsetto rosa si sciolgono sotto la cintura.
    Sulle due colline del Paese delle Fate, si ferma quieta la rugiada,
    In quel ruscello magico, la corrente sembra addormentata.
    A quella vista l’uomo si ferma indeciso,
    Turbato se andare, anche se più sconveniente sarebbe restare.

    HO XUAN HUONG


    Poetessa vietnamita (1772-1822),
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    kamo58
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    00 12/07/2012 11:14


    Gabriella Dumas - Farfalla


    Fu di farfalla il battito

    Fu di farfalla il battito
    leggero, una ferita
    che si allargò nell'aria,
    un segno di matita
    sospeso come un'onda
    che s'incanta nel timore
    di una riva.

    Nico Orengo

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    kamo58
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    00 15/07/2012 13:09




    Ci fu un tempo ed ero Bambina -
    Perché anche io lo sono stata -
    In cui mi turbava che un Atomo - cadesse -
    Mentre il Cielo - resisteva -
    Il Cielo pesava di gran lunga di più -
    Eppure era lì - Azzurro - immobile -
    Senza Catene - così a me sembrava -
    Lo sapevano forse - i Giganti?
    Poi la vita mi impose ben altri problemi -
    Alcuni li tengo in serbo - li risolverò
    Quando - lassù - l'Algebra -
    Sarà o sembrerà più facile -
    Allora - anche quello mi toccherà capire -
    Il problema che più mi tormentava -
    Perché mai non si liberasse il Cielo -
    E si rovesciasse - Azzurro - su di me -

    (Emily Dickinson)
    [Modificato da kamo58 15/07/2012 13:11]
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    00 16/07/2012 10:31


    CAROL WHITEHEAD, “FATHER AND DAUGHTER AT THE BEACH”


    Piccola mano

    Momi, tu vuoi ch’io tenga la tua piccola mano
    (oh calda e molle e dolce, come uccellino implume),
    così, nella mia mano tutta raccolta e chiusa;
    però ch’io son la forza onnipotente e buona
    che fuga il male tristo e le fosche paure,
    e comanda alla vita, e regna sul destino.

    E non sai, creatura mia, che il tuo babbo grande
    è un bambino anche lui: un piccolo bambino
    smarrito fra i terrori della terra e del cielo;
    un povero bambino che dentro sé si strugge
    di non poter posare nella mano di Dio
    la sua mano impotente e il suo fragile cuore.

    Diego Valeri
    [Modificato da kamo58 16/07/2012 10:33]
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    00 17/07/2012 09:04


    Borrani



    Nella tua siepe c'era l'universo


    O mia piccola casa di provincia
    ove memorie semplici ma care
    si ravvivano intorno al focolare
    per colui che ritorna e ricomincia

    un interrotto sogno di dolcezza;
    o mia tepida casa, io ti ritrovo
    come una volta in questo aprile novo,
    e sempre verde il rosmarino olezza.

    Son nidi ancora sotto le tue gronde,
    e, nell'orto, i bei ciuffi appena in fiore
    della menta e del timo hanno un odore
    che all'effluvio dell'anima risponde.

    Caro è il murello con le vecchie crepe,
    di dove, un giorno, uscivo di soppiatto
    a fischiare ai ramarri o stavo quatto
    a spiar la tagliola sulla siepe!

    Che stupore, che gioia di scoperte
    balenavano in te, mia casa, ogni alba!
    Ancora sconosciuta era la scialba
    nebbia che grava il mondo fatto inerte.

    Ma tu sei sempre quella; è in me ch'è morto
    il dolce tempo, come son diverso!
    Nella tua siepe c'era l'universo,
    ed ora non c'è più che un muro e un orto.

    Arturo Onofri
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    00 20/07/2012 11:03


    Monet - Ninfee


    Se tutte le mie poesie si perdessero



    Se tutte le mie poesie si perdessero
    la piccola verità che in esse brilla
    rimarrebbe comunque in ogni pietra
    grigia nell’acqua o in una pianta verde.

    Se tutte le mie poesie si perdessero
    il fuoco le direbbe senza fine
    prive di scorie, e l’eterna poesia
    tornerebbe a ruggire, ancora, all’alba.

    FINA GARCÍA MARRUZ



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    kamo58
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    00 23/07/2012 12:21



    Renoir - Innamorati



    Nell'aria della stanza
    non te
    guardo
    ma già il ricordo del tuo viso
    come mi nascerà
    nel vuoto
    ed i tuoi occhi
    come si fermarono
    ora – in lontani istanti –
    sul mio volto.

    Antonia Pozzi
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    00 24/07/2012 15:34


    "Rosa nel vaso" - Filippo De Pisis

    ROSA PURPUREA

    Ti avevo cantato una canzone.
    Tu tacevi. La tua destra tendeva
    con dita stanche una grande,
    rossa, matura rosa purpurea.

    E sopra di noi con estraneo fulgore
    si alzò la mite notte d'estate,
    aperta nel suo meraviglioso splendore,
    la prima notte che noi godemmo.

    Salì e piegò il braccio oscuro
    intorno a noi ed era così calma e calda.
    E dal tuo grembo silenziosa scrollasti
    i petali di una rosa purpurea.

    (Hermann Hesse)
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    kamo58
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    00 25/07/2012 08:15



    Il silenzio - Chiostro S. Chiara, Napoli


    POESIA A BOCCA CHIUSA


    Non dirò:
    che il silenzio mi soffoca e imbavaglia.
    Zitto io sto e zitto me ne resto:
    la lingua che io parlo è di altra razza.

    Si ammucchiano parole logorate,
    ristagnano, cisterna d' acque morte,
    amare pene in limo trasformate,
    melma fangosa con radici torte.

    Non dirò:
    che proprio non son degne neppur d' esser dette,
    parole inette a dire quanto so
    qui nel rifugio in cui non mi conoscono.

    Non solo limo o melma si trascinano,
    non solo bestie, morti, ansie galleggiano,
    turgidi frutti in grappoli s'intrecciano
    nel nero pozzo dove dita affiorano.

    Dirò solo,
    arcignamente solitario e muto,
    che chi ha taciuto quanto io ho taciuto
    non può morire senza dire tutto.

    Saramago
    [Modificato da kamo58 25/07/2012 08:16]
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    kamo58
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    00 26/07/2012 15:43


    URBANI detto Il FABBRETTO, Tetti di Roma, 1931

    I TETTI DI ROMA



    " La forma vera della città è in questo sali e scendi di tetti, tegole vecchie e nuove, coppi ed embrici, comignoli esili o tarchiati, pergole di cannucce e tettoie d'eternit ondulata, ringhiere, balaustre, pilastrini che reggono vasi, serbatoi d'acqua in lamiera, abbaini, lucernari di vetro, e su ogni cosa s'innalza l'alberature delle antenne televisive, dritte o storte, smaltate o arrugginite, in modelli di generazioni successive, variamente ramificate e cornute e schermate, ma tutte magre come scheletri e inquietanti come totem. Separati da golfi di vuoto irregolari e frastagliati, si fronteggiano terrazzi proletari con corde per i panni stesi e pomodori piantati in catini di zinco; terrazzi residenziali con spalliere di rampicanti su tralicci di legno, mobili da giardino in ghisa verniciata di bianco, tendoni arrotolabili; campanili con la loggia campanaria scampanante; frontoni di palazzi pubblici di fronte e di profilo; attici e superattici, sopraelevamenti abusivi e impunibili; impalcature in tubi metallici di costruzioni in corso o rimaste a mezzo; finestroni con tendaggi e finestrini di gabinetti; muri color ocra e color siena; muri color muffa dalle cui crepe cespi d'erba riversano il loro pendulo fogliame; colonne d'ascensori; torri con bifore e con trifore; guglie di chiese con madonne; statue di cavalli e quadrighe; magioni decadute a tuguri, tuguri ristrutturati a garçonnières; e cupole che tondeggiano sul cielo in ogni direzione e a ogni distanza come a confermare l'essenza femminile, giunonica della città: cupole bianche o rosa o viola a seconda dell'ora e della luce, venate di nervature, culminanti in lanterne sormontante da altre cupole più piccole"

    Palomar, di Italo Calvino
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    kamo58
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    00 27/07/2012 09:02



    Mamm'Emilia

    In te sono stato albume, uovo, pesce,
    le ere sconfinate della terra
    ho attraversato nella tua placenta,
    fuori di te sono contato a giorni.

    In te sono passato da cellula a scheletro
    un milione di volte mi sono ingrandito,
    fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

    Sono sgusciato dalla tua pienezza
    senza lasciarti vuota perché il vuoto
    l’ho portato con me.

    Sono venuto nudo, mi hai coperto
    così ho imparato nudità e pudore
    il latte e la sua assenza.

    Mi hai messo in bocca tutte le parole
    a cucchiaini, tranne una: mamma.
    Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
    quella l’insegna il figlio.

    Da te ho preso le voci del mio luogo,
    le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
    da te ho ascoltato il primo libro
    dietro la febbre della scarlattina.

    Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
    a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
    a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
    e ho macchiato la tavola,
    non ti ho messo un nipote sulle gambe
    non ti ho fatto bussare a una prigione
    non ancora,
    da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
    a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
    non sono stato figlio.
    Da te ho preso gli occhi chiari
    non il loro peso.
    A te ho nascosto tutto.

    Ho promesso di bruciare il tuo corpo
    di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
    fratello vulcano che ci orientava il sonno.

    Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
    all’ora dell’arcobaleno
    che ti faceva spalancare gli occhi.

    Erri De Luca
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    kamo58
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    00 29/07/2012 09:33






    La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù

    (Henry Brougham)
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    kamo58
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    00 31/07/2012 12:04


    Bartolomeo Passarotti - La pescheria (Galleria nazionale d'arte antica Roma)


    Stiamocene un po' in cucina assieme

    Stiamocene un po' in cucina assieme;
    l'aria è dolce di bianco cherosene;

    un coltello tagliente e una pagnotta...
    Se vuoi, prepara ben bene il fornello;

    altrimenti raduna e intreccia corde:
    prima dell'alba fa’ una grande sporta;

    fuggiamo alla stazione, ad un binario
    ove nessuno ci possa trovare.


    OSIP MANDEL’ŠTAM


    (1891-1938), poeta russo perseguitato dal regime stalinista