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La Bibbia di Gutemberg




Sin dalla più remota antichità l'uomo impresse, sigilli spesso di grande valore simbolico realizzati nei più diversi materiali, simboli , firme, stemmi,stampa, stampi per stoffe, sigilli, ferri per imprimere disegni e motti su supporti vari, , tavolette con testo e figure, ecc.Tuttavia, la scrittura manuale fu per secoli e secoli l'unico modo per riprodurre un testo scritto: dagli scribi egizi agli amanuensi dei monasteri medievali, cambiarono gli strumenti e i supporti della scrittura (papiro, pergamena, carta) ma non i modi della riproduzione, che consistevano nel copiare a mano un testo manoscritto, con tutti i margini d'errore o d'arbitrio che un simile processo comporta.Bisogna comunque tenere presente che la scrittura è un qualcosa che ha sempre interessato una parte minima di popolazione ,non solo, ma conosciamo civiltà e culture che non praticavano o la praticavano pochissimo,nell'antichità poi la scrittura aveva un rapporto strettissimo con il potere politico e religioso.ll Sapere scrivere- era un potere sotto tutti i punti di vista, le stesse caratteristiche della scrittura ne facevano un qualcosa che non poteva essere divulgato(-portare al ''vulgo''... grosso modo), le diverse forme che si utilizzano nella scrittura ne definiscono i caratteri culturali e di potere non solo di stile - una scrittura di ideogrammi molto difficilmente sarà possibile diffonderla, una lingua sillabica e musicale come il volgare invece molto di più avrà diffusione.Anche i caratteri non sono neutri ,lo stile gotico ''appare più difficile rispetto al corsivo moderno .....e così via

Quindi

Anche le forme tecniche di riproduzione e stampa hanno un ruolo centrale -senza la tecnica della stampa, senza la grafica ad essa connessa non esisterebbe il libro come lo concepiamo noi-

il libro quindi è anche un fatto di riproduzione tecnologica .......

Una vera svolta avvenne in seguito all’introduzione di due nuovi componenti essenziali per la fabbricazione dei libri per come noi li consideriamo oggi.L'arte della fabbricazione della carta, introdotta in Occidente nel XII secolo, si diffuse in tutta Europa nel corso del XIII e del XIV secolo, e verso la metà del XV secolo questo materiale era già disponibile in abbondanza.

-L'invenzione della stampa a caratteri mobili, altra grande scoperta del tardo Umanesimo (1450), è attribuita al tipografo tedesco Johann Gutenberg.

Il quale si serve delle tecniche di incisione già note e di due strumenti di origini antichissime: il punzone (usato già in epoca preistorica per produrre segni e sigilli su materiali di vario genere, in seguito adoperato prevalentemente dai fabbri e dagli orefici) e il torchio (impiegato prevalentemente nella pigiatura dell’uva e nell’attività casearia, per dare forma ai formaggi), che trasforma in modo da utilizzarli sinergicamente e adeguarli al nuovo compito di riproduzione artificiale dei segni.La tecnica messa a punto da Gutenberg consiste nel fondere i singoli caratteri dei segni da riprodurre in modo da rendere possibile comporre una matrice in cui essi siano, appunto, "mobili", ovvero riposizionabili e riutilizzabili per praticare altre stampe. Tale procedimento prevede che, per ogni lettera o segno, venga fabbricato un punzone di metallo molto duro, recante all’estremità la lettera o il segno incisi a rilievo.

Il punzone viene, poi, battuto sulla cosiddetta punzonatura: un supporto di metallo meno duro, dove il segno rimane impresso in un incavo, che costituisce la matrice. In essa — introdotta in un apposito apparecchio, detto staffa — vengono fusi i caratteri tipografici nelle quantità necessarie. Questi risultano, così, a rilievo, come il punzone dal quale traggono origine.I singoli caratteri tipografici mobili vengono poi accostati a rovescio, nella sequenza necessaria a formare parole e frasi e comporre la pagina, in una forma, il compositoio. Questo è un contenitore allungato, inizialmente in legno, poi in metallo, che serve a comporre le righe del testo da stampare. La composizione viene poi bagnata con un inchiostro abbastanza liquido (quello usato da Gutenberg era composto da un pigmento macinato in una vernice di olio di lino, una tecnica impiegata in quel tempo dai pittori fiamminghi) tanto da non rimanere attaccato al supporto metallico, ma da poter essere impresso sul foglio di carta con l’aiuto di un tipo di torchio fino a quel momento adoperato per la spremitura dell’uva.

Dopo il processo di stampa, la sequenza dei caratteri viene scomposta: i caratteri sono, così, pronti per essere riutilizzati. La tecnica della stampa di Gutenberg può essere ridotta sinteticamente al sistema punzone-matrice-carattere-torchio, che si basa sull’uso di tre materiali essenziali: leghe metalliche per la costruzione degli strumenti del sistema tipografico, inchiostro grasso, carta. I punzoni sono di ottone e di bronzo, metalli soggetti a deteriorarsi dopo aver battuto le matrici che inizialmente sono di piombo e, dunque, soggette anch’esse ad una rapida usura per le continue colate. Sembra, però, che già l’allievo diretto di Gutenberg, Peter Schoeffer, sostituisca l’ottone e il bronzo con l’acciaio, introducendo inoltre le matrici di rame. Inizialmente i caratteri sono fabbricati in stagno, poi, per una maggiore resa, in una lega di stagno e piombo, alla quale, in seguito, viene aggiunto l’antimonio.Anche se probabilmente questa innovazione fu il risultato di numerosi e diffusi tentativi di migliorare tecniche già in parte note fra i suoi contemporanei, è indubbio che i libri del primo stampatore di Magonza, e in particolare la celebre Bibbia di Gutenberg, costituirono un avvenimento di enorme portata per quell'epoca.Nel periodo tra il 1450 e il 1500 furono stampate in Europa più di 6000 opere e il numero di tipografi aumentò rapidamente. Le stampe spesso erano accompagnate da immagini -sino a quel momento patrimonio dei pittori -le immagini erano un veicolo di diffusione del testo scritto micidiale,un esempio recente ai nostri giorni può essere il ''foto-romanzo''.




Gutemberg

Nei secoli XVI e XVII, inoltre, le grandi controversie politiche e religiose produssero notevoli quantità di opuscoli polemici.-guerre di religione e...guerre di immagini

Se i tipografi dell'Europa settentrionale producevano soprattutto libri religiosi, quelli italiani stampavano principalmente opere laiche, come i classici greci e latini che il Rinascimento aveva riscoperto, le novelle degli scrittori italiani e le opere scientifiche contemporane.Per comprendere a fondo lo spirito con cui veniva accolta la nuova invenzione tra gli scrittori che per primi poterono godere dei benefici della stampa, possiamo analizzare alcuni testi, utili al nostro fine, di alcuni scrittori del 1500 che contribuiscono a dare una visione "in prima persona" della Rivoluzione della stampa.Il primo tra questi è Aldo Manunzio; nativo di Bassiano presso Roma, fu dal 1495 al 1515 il più importante tipografo di Venezia. Curò personalmente l’edizione di numerosi testi greci, latini e volgari. In un’opera di Lorenzo Maioli da lui edita, aggiunge una prefazione in cui loda le potenzialità di questo nuovo strumento che, secondo la sua opinione, è in grado di elevare lo spirito delle persone perché attraverso di esso la conoscenza può essere diffusa, diventando patrimonio di molti e non più di una ristrettissima minoranza. Manuzio loda anche Maioli per aver deciso di affidare le sue opere alla stampa.Esiste un altro testo dello stesso editore usato come introduzione alla ristampa delle opere del filosofo Tito Lucrezio Caro. L’editore si compiace per essere riuscito a dar vita ad un testo quasi privo di errori nel quale "pochissimi luoghi richiedono emendazioni". Come in una prefazione degna di un libro contemporaneo, si ringrazia il curatore dell’opera, il professore di filosofia a Padova Girolamo Avanzo.Nel 25 Ottobre 1515 Ludovico Ariosto scrive una lettera indirizzata al Doge di Ferrara, a cui chiede di essere aiutato a far rispettare i "Diritti d’autore" o "Copyright" delle proprie opere, che verranno affidate ad una tipografia per essere stampate in serie. Le preoccupazioni dello scrittore sono molto sentite, tanto che propone al Doge una forma di "risarcimento danni" per i trasgressori, dividendo la pena tra lui ed il Doge stesso. Ecco che viene toccato un problema nuovo che gli scrittori dovevano fronteggiare ora che il riprodurre un’opera in più copie era questione di pochi giorni. Grazie all’incredibile facilitazione, vennero alla luce una gran quantità di falsi, contraffazioni, nonchè copie illegalmente eseguite e distribuite. Anche il "target" iniziava a divenire ben più vasto delle epoche precedenti. Lentamente molte opere assumeranno significati propagandistici o addirittura consumistici.Un scrittore dell’epoca, Pietro Arentino, ci descrive un altro aspetto dell’attività dei letterati. Aretino aveva cominciato una carriera di cortigiano a Roma, ma in seguito a vicende turbinose se ne era allontanato e si era stabilito a Venezia. In una lettera del 1538 esprime tutta la sua indignazione contro la società cortigiana, la corruzione e il degrado spirituale. Trova rifugio nella sua professione di scrittore, perché "vive del sudore degli inchiostri". La possibilità di vendere e distribuire su larga scala le proprie opere rappresentava quindi anche una fonte di guadagno. Ciò comporta l’avvicinarsi all’arte dello scrivere di numerose categorie di persone, non necessariamente di ricchissima provenienza. Ecco che per la prima volta siamo di fronte al "libro – prodotto di consumo", una caratteristica della società Occidentale moderna. E’ tuttavia importante sottolineare che tutti questi concetti all’epoca erano ancora in fase embrionale. Solamente dopo secoli l’editoria diventerà un vero e proprio affare.Con l'invenzione della fotografia intorno al 1840 circa abbiamo un altro momento rivoluzionario in particolare sul finire dell'ottocento si comincerà ad applicare la fotografia alla stampa-.

Qualche termine:

PERGAMENA : Tipo di carta proveniente dalla città di Pergamo e diffusa nel II secolo a. C.: era ricavata da pelli di animali immerse in un bagno di calce, che poi erano raschiate e ripulite da ogni pelo o pezzetto di carne. Prima di metterle a seccare su delle grate, venivano cosparse di gesso che assorbiva le tracce di grasso. Infine erano nuovamente raschiate con una spatola.L'invenzione della pergamena, ha evoluto la scrittura. Il foglio del papiro, per es., non poteva essere utilizzato su entrambi i lati e non poteva essere piegato.

MINIATURA : Arte della decorazione di codici e pergamene diffusa in Europa e in Oriente dall'Alto Medioevo al Rinascimento. Prende il nome dal "minio", il colore rosso, che insieme all'azzurro, all'oro e all'argento ne costituivano i colori principali.


da:digilander.libero.it
[Modificato da kamo58 20/07/2012 11:05]