Testo a cura di Stefano Buso DIRETTORE AIGS Laboratorio di sviluppo comunicazione web.
Studi recenti hanno stabilito che il protagonista del Paleolitico medio europeo fu l’uomo di Neandertal. Contrariamente a quanto si credeva, il Neandertal non era un essere rozzo e incapace di organizzare la propria esistenza. Quest’uomo vissuto una caterva di secoli prima di noi, da un lato rappresenta uno degli enigmi più seducenti della storia (la sua scomparsa), dall’altro è un esempio lapalissiano di esistenza antidiluviana dove intelligenza e metodo non venivano meno. Dal punto di vista fisico – grazie ad analisi e verifiche sul cranio – si è scoperto che loro massa cerebrale era più grande della nostra. Non erano uomini stanziali ma nemmeno nomadi! Pare che si spostassero in virtù dei mutamenti climatici. Vivevano in grotte, senza però rinunciare alle comodità del tempo: caldi giacigli di fogliame, blanda pulizia dei loro habitat e uso di vesti spartane seppur calde. Ossa dei cavernicoli sono state trovate in molti siti dell’Europa, Italia compresa. I primi reperti riconducibili ai Neandertal, furono portati alla luce da Johann Fuhlrott, nell’estate del 1856 – in una spelonca nella valle di Neander – in Germania. Sugli usi alimentari (se così possiamo definirli) quel poco che si conosce deriva da sparuti residui di alimenti rinvenuti nei pressi dei loro scheletri. Erano dediti alla caccia e preferivano gli animali erbivori, che costituivano la parte capitale del loro pasto. Oltre a cacciare, per arricchire il loro desinare, raccoglievano vegetali ed erbe commestibili, che servivano a migliorare la digestione. I manufatti in pietra dei Neandertal fanno desumere che tagliassero la carne adoperando goffe punte taglienti. Altro aspetto saliente è la presenza di enormi molari evidenziati nelle loro mandibole, dato che fa ipotizzare la propensione al consumo di carni coriacee. In ogni caso, per decenni, si è ipotizzato che questa sottospecie del Sapiens fosse a dir poco animalesca: altresì è stato dimostrato che conosceva il fuoco (cucinava e si scaldava), rendeva confortevoli gli antri in cui soggiornava, aveva cura dei bimbi e degli infermi, e seppelliva con elementari riti funebri i propri morti. Gli scienziati che studiano questa specie non hanno tuttavia compreso il perché della loro improvvisa dipartita. Qualcuno ipotizza che fecero “strada” ai Sapiens (l’invasione dell’uomo moderno dall’Africa – circa 40.000 anni fa); altri asseriscono che furono falcidiati da un virus pandemico. Probabilmente, come avvenne per alcuni animali, anche il tempo “concesso” ai Neandertal si esaurì senza appello. Noi, usando un po’ di fervida immaginazione, possiamo evocare una sequenza della loro vita quotidiana: con un balzo nel tempo eccoci catapultati in una grotta del Paleolitico. Il clan dei Neandertal è riunito per la “cena” attorno ad un bivacco rallegrato dal fuoco. La grotta è pregna di fumo e cattivo odore. I Neandertal si dividono grossolani bocconi di carne abbrustoliti su pietre roventi: la carne cotta male, bruciata all’esterno e… cruda all’interno, tuttavia i primitivi si dividono equamente il cibo. Il fuoco è l’unica luce presente nella gelida spelonca, mentre all’esterno il buio avvolge ogni cosa. I banchetti e la civiltà sono ancora lontani nel tempo: presto le cose cambieranno, tutto muterà, il cibo e gli uomini...
taccuini storici
[Modificato da kamo58 08/10/2011 09:52]