-Capitolo primo-

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n9p
00giovedì 27 gennaio 2005 08:56
-Capitolo primo-


- E SI ASCOLTA LA SCHIZOFRENIA- psicosi cittadina, le persone camminano, si spintonano per arrivare prima alle porte della metropolitana, entrano di corsa nonostante il treno sia fermo da una ventina di minuti buoni... loro corrono, corrono, corrono sempre... tutti corrono in città... tutti hanno fretta...
-COLAZIONE-
Caffé veloce a casa inframezzato con bacini e bacetti alla propria moglie o compagna o convivente che dir si voglia, uscire di corsa con la borsa sotto l'ascella, arrivare in ufficio, lavorare per arrivare alla pausa di mezza giornata per il caffé!
-PRANZO-
Possibilmente un panino o un qualsiasi altro alimento liquido o solido da consumarsi preferibilmente nell'arco di un due o tre minuti al massimo per poi tornare di fretta al proprio ufficio per lavorare!
-CENA-
Lentamente si mangia il piatto che la propria mogliettina o compagna o convivente che dir si voglia ti prepara con tanto amore e affetto... non gli hai ancora detto che ciò che prepara non ti piaceva, non ti piace e credi fortemente che non ti piacerà mai... neanche quando il caldo fuoco dell'amore bruciava tutto te stesso e non ti faceva capire nulla il piatto non ti piaceva!
E ricominci tutto da capo, ogni giorno uguale agli altri e così per dodici mesi all'anno e trecentosessantaquattro giorni all'anno... é tutto uguale nella metropoli pulsante sforna soldi e sogni preconfezzionati... si sogna, si mangia e si pensa solamente in POLITICAL CORRECT, non più negro ma persona di colore, non più frocio o finocchio bensì omosessuale o alternativo... metropoli indaffarata ad auto crearsi ogni giorno uguale... ogni giorno... ogni singolo giorno che vede al suo risveglio il sole coperto da una pesante coltre di smog e la luna (anch'essa coperta) quando va a dormire... le giornate tipo... felici, con i parenti che si amano e che si odiano, l'arrosto della nonna che s'adora fin da quando si era bambini, il ricordo ancora caldo della paghetta settimanale o mensile (non ti ricordi bene se i tuoi genitori erano abbastanza ricchi da darti la paghetta ogni sette giorni o se erano abbastanza poveri da dartela una volta la mese!)... si rivede il tutto con occhi da uomo adulto e maturo e ogni volta che si vede tutto questo non si può non pensare:"Diventerò anch'io così?" la vita-la metropoli, un nodo bagnato difficilmente slegabile, non é facile e mai lo sarà... e non si vuole fare proprio nulla per rimanere nella storia... siamo la storia pulsante della metropoli, senza di noi la città non é più città... é il nulla in mezzo al nulla... e si ritorna a casa con il proprio pesante carico di ricordi confusi e annebbiati nella testa ma un ricordo é più forte degli altri... il ricordo della caramella alla fragola che si amava con tutto il proprio cuore e con tutta l'anima quando si aveva sui dieci/undici anni e che non producono più... un ricercatore meticoloso aveva scoperta che la sudetta caramella faceva venire il tumore e inoltre procurava la rapida perdita dei capelli e quindi era fuori discussione mangiarla e produrla... peccato, un vero peccato... erano talmente buone quelle caramelle con la carta trasparentemente rosa e con al loro interno il sogno di paradiso per un bambino, la caramella alla fragola ripiena di una crema dolce-acidula non ben definita che s'attacava alla lingua e al palato e che era altamente difficoltoso toglierla... quel sapore ti rimaneva attaccato alle papille gustative per ore e ore... era una bella vita allora ma adesso non lo é più... ora si deve andare a lavorare e far parte della macchina produttrice della città!
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