n9p
00mercoledì 27 aprile 2005 18:37
-Capitolo sessantottesimo-
-PARTIRE PER NON TORNARE PIU’- e sei sul binario sette della stazione dei treni di questa stramaledetta città e stai aspettando il treno che finalmente ti riporterà nella tua città… i passeggeri occasionali fanno smorfie disgustate e d’orrore quando passi, tu per loro sei tutto ciò che non vogliono neanche immaginarsi d’essere… sei una pietra nera di paragone ai loro occhi… tu non gli guardi anche perché non riesci a vedere molto bene con gli occhi che ti ritrovi… in fin dei conti non te né può fregare di meno di cosa pensano loro di te, è un problema loro non di certo tuo… e cammini lentamente avanti e indietro sul binario per non soffrire come un cane… le costole rotte ti stanno letteralmente uccidendo dal dolore e non sai quanto daresti per far sì che tutto questo male finisca in fretta… il treno finalmente arriva e tu sali nella carrozza maleodorante e brutalmente sporca della seconda classe… ti siedi e dopo pochi secondi t’addormenti nel tepore del riscaldamento poco funzionante dello scompartimento e il fitto e costante dolore alle costole sembra quasi svanire!
E sei seduto per la prima volta dopo giorni e giorni sul tuo letto perennemente disfatto… chi e come potrebbero rimetterlo in sesto se stai perennemente sdraiato?
Sei nuovamente sdraiato e l’infermiera che hai dovuto assumere per forza di cose e il dottorino entrano in camera tua solamente per ciò che loro reputano lo stretto necessario che starebbe a significare LA MORFINA E IL CONTROLLO QUOTIDIANO DELLE TUE PESSIME CONDIZIONI… e tu gli lasci fare tutto ciò che vogliono e che reputano necessario… non hai più le forze psico-fisiche per contraddire e combattere nessuno… perché poi farlo?