L'Idromele , la bevanda degli dei

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(Fata.)
00domenica 23 ottobre 2011 14:19


L'idromele è la più antica bevanda alcolica prodotta dall'uomo, Egizi, Celti, Greci, Romani e Germani ne fecero uso, sia come apprezzata e raffinata bevanda del simposio dei principi, che durante le cerimonie sacre.Nella mitologia indoeuropea è la bevanda tipica dell'immortalià, nel mondo Celtico come in quello Germanico, tanto da essere definita da questi popoli "bevanda degli Dei".

Cenni archeologici e storici

L’Idromele è la più antica bevanda alcolica attestata nel lessico comune indoeuropeo, ed era tra le bevande alcoliche più utilizzate nel mondo antico, prima che la diffusione della vite nel bacino del mediterraneo ed in Europa, introducesse l'uso del vino. Questa bevanda si diffuse ampiamente in epoca preistorica, soprattutto nelle pianure settentrionali ed orientali dell’Europa, anche in zone climatiche fredde. Il suo nome deriva dalle parole greche "hydor" (acqua) e "mèli" (miele), e qui sta l'essenza di questo prodotto, una mescita fra acqua e miele, per ottenere la naturale fermentazione alcolica. L'idromele si fa solo in questo modo, diffidate di chi aggiunge alcol (la distillazione è stata inventata solo nel medioevo) o descrive metodi sofisticati per produrlo.
La sacralità dell'ape quale animale messaggero del cielo, che trasforma il sole in miele, e l'acqua vista come la linfa vitale che scorre nelle vene della madre terra rendono l’Idromele sacro presso i Celti, come essenza del divino nell’unione fra cielo e terra. Nella mitologia indoeuropea l’Idromele è la bevanda tipica dell’aldilà, nel mondo celtico come in quello germanico.
Nell’Europa celtica (IX°-I° sec. a.C.) era bevuto dai Druidi e dalle tribù nelle cerimonie sacre che scandivano il ritmo delle stagioni. Si consumava nelle feste di Samonios (l’odierno Ognissanti a novembre) capodanno celtico, ad Imbolc (il giorno della Candelora a febbraio) festa di fine inverno e rinascita della natura, a Beltane (maggio) festa propiziatoria di fertilità durante la quale venivano celebrati i matrimoni, a Lugnasad (agosto) festa di ringraziamento per i doni della stagione agricola, ed infine agli equinozi di autunno e primavera e nei solstizi d'estate e d'inverno. L'uso era finalizzato ad ottenere l'ebbrezza alcolica per potersi avvicinare al divino fino ad incontrarlo.

In molte tombe principesche dell'Europa del VI°-IV° secolo a.C., sono stati trovati recipienti con resti d’Idromele quale riserva del defunto per il Sidhe, l'aldilà celtico. Nella tomba del principe di Hochdorf, nel Baden-Wurttemberg (VI° sec. a.C.), associato ad uno straordinario corredo funerario, vi era un calderone in bronzo della capienza di 500 litri riempito per tre quarti d’Idromele.

L'uso dell’Idromele è rimasto diffuso fino a tutto il medioevo, soprattutto durante i matrimoni, dove nel mese lunare successivo alla cerimonia, veniva consumato nella convizione che potesse dare forza alla coppia nella procreazione. Per questo motivo ancora oggi si usa definire il primo periodo dopo il matrimonio "Luna di miele".
L’Idromele viene descritto nell’epica indoeuropea come spumeggiante, e il rinvenimento negli scavi archeologici di corni potori e bicchieri alti e stretti (come a Pombia) sembra confermare questo dato, poiché questi recipienti ben si adattano alla conservazione dell’effervescenza.



Preparazione Idromele

Ingredienti per 5 lt :

- 2 kg di miele (millefiori)
- 2 limoni (belli maturi e dalla buccia molto spessa, non perche' vada usata ma perche' mantiene il succo piu' aspro rispetto hai limoni con la buccia fine)
- una bustina di lievito di birra (ne servira' solo un cucchiaino)
- zucchero di canna (anche di questo ne servira' solo un cucchiaino)
- acqua di fonte a volonta'





Fate riscaldare 3 lt d'acqua di fonte in un pentolone (va benissimo quello per la pasta) precedentemente ben lavato.

Prima che l'acqua arrivi ad ebollizione abbassate la fiamma e cominciate a versare i 2 kg di miele nel pentolone.




Rialzate la fiamma e fate bollire il composto per circa 10 min poi spegnete la fiamma e lasciate riposare il tutto finche' non raggiunge temperatura ambiente.



2. Spremete a parte i 2 limoni e mettete da parte il succo.




Una volta che ha raggiunto temperatura ambiente versate il composto in una damigiana da 5 lt.



Versatevi poi il succo di limone.

Preparate a parte mezzo bicchiere di acqua tiepida versateci un cucchiaino di lievito di birra ed un cucchiaino di zucchero di canna. Appena il lievito comincia a schiumare versatelo nella damigiana.

Aggiungete acqua di fonte nella damigiana fino a riempirla (io compro l'acqua in farmacia "Amorosa")




Chiudete la damigiana usando della carta porosa, comune carta assorbente. Ci si serve di questa carta come tappo perche' durante la fermentazione (molto violenta per quanto riguarda l'idromele) il composto ricaccia tantissima anidride carbonica e quindi c'e' la necessita di far uscire l'aria e cmq proteggiere il liquido dalla polvere. E' molto meglio un fermentatore ma ho evitato di usarlo per questa dimostrazione perche' e' difficile reperibilita' e quindi quelli di voi che fanno per la prima volta un'operazione del genere potrebbero ritrovarsi bloccati.






Adesso non vi resta che lasciar riposare il tutto in un luogo chiuso ad una temperatura tra i 18° ed i 24° gradi per almeno 5 settimane. Poi dovrete travasarlo in classiche bottiglie per il vino e chiuderle con tappi di sughero, mi raccomando non usate altri tipi di tappi. Lasciate invecchiare le vostre bottiglie di "Lo Nano" per almeno 3 mesi anche se consiglio vivamente di lasciarlo invecchiare per almeno 5-6 mesi, un tempo che permette all'idromele di diventare piu' secco e leggermente + alcolico. La gradazione alcolica de "Lo Nano" si aggira intorno ai 10/14 gradi, molto leggero quindi bevibile in grandi dosi


FONTE



kamo58
00domenica 23 ottobre 2011 14:27
Molto interessante. Non sapevo che il detto "luna di miele" derivi dall'usanza propiziatoria dell'idromele e non sapevo che ancora si producesse. Bel post Fata!
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