La caffetteria

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kamo58
00lunedì 11 luglio 2011 18:13


Nell’antica Roma vi erano i “thermopolii”, veri e propri bar con bancone di pietra verso la strada, dove venivano servite le bevande.
Attorno al 1554 nacque a Costantinopoli la “caffetteria”, e con la diffusione del caffé ne vennero aperte anche in Occidente. Il primo locale europeo sembra sia stato inaugurato ad Oxford nel 1650, ma c’è chi attribuisce il primato a Venezia (1640 ca.), seguita da Marsiglia, Parigi e Vienna.
Per celebrare la popolarità e il successo della bevanda nera, ma soprattutto dell’ambiente dove essa veniva consumata, nel XVIII sec. Carlo Goldoni gli dedicava la commedia: “La bottega del caffé”.
In questo periodo furono diverse le funzioni sociali attribuite alle caffetterie. In Inghilterra, alcune diedero origine agli esclusivi “club”, luogo di riunione dei gentiluomini aristocratici; in altri paesi diventarono invece spazio d’incontro della borghesia.
Quando in epoca post napoleonica ci fu una maggiore fluidità fra le classi sociali, un’umanità varia iniziò a frequentare le botteghe del caffé, che diventarono così spazio privilegiato per la circolazione delle idee politiche, letterarie e artistiche più diverse.
Nella metà dell’Ottocento a Parigi, capitale del lusso e del divertimento, nacquero poi i “cafè chantant” e i “caffé concerto”, dove la musica dilettava gli avventori, trasformando l’ambiente in un teatro di mondanità gaudente e cosmopolita.
Nelle iconografie dei pittori impressionisti di tardo Ottocento, il caffé diventò il luogo caratteristico della vita sociale, ritrovo d’intellettuali, artisti e gente comune.
L’ambientazione in un Caffè è in genere associata alla scena di genere ottocentesca prevalentemente francese e italiana.



Durante il Rinascimento, con i grandi viaggi di scoperta, gli occidentali non tardarono molto a sentire parlare del vino d’Arabia (caffè), tramite i mercanti che solcavano il Mediterraneo.
Sin dall’inizio del XVII sec. i veneziani ne cominciarono l’importazione dei primi chicchi acquistati Al Cairo. Fu l’inizio di un commercio prospero con il Medio Oriente che ne mantenne il monopolio per più di un secolo. Tutti i sacchi in partenza venivano controllati: nessun chicco verde prendeva il mare senza essere stato prima tostato o bollito. A quel tempo l’Etiopia e lo Yemen erano gli unici produttori di caffè.
Durante il 1616 un mercante olandese, a bordo di una nave della Compagnia delle Indie Orientali di scalo a Mocha (Yemen) per caricare del caffè, riuscì a trafugare delle piantine e a farle giungere intatte ad Amsterdam. Accuratamente coltivate in serra, queste piante divennero le “madri” delle maggior parte delle piantagioni dell’arcipelago indonesiano.
Nel 1713 la città di Amsterdam offrì a Luigi XIV quattro piante di caffè, che reimpiantate in apposite serre nei giardini della corte, si fecero le capostipiti delle future piantagioni di caffè in America centrale e meridionale.



Degustare il caffè è un rito. Lo zucchero è il suo condimento naturale, sia esso di barbabietola o di canna, bianco o scuro.
È da ricordare che la zolletta di zucchero individuale è una trovata che risale al 1854, ad opera del droghiere parigino Eugene Francois.
Altri condimenti abituali del caffè sono il latte o la panna liquida, serviti in piccoli contenitori a parte o direttamente in tazza.
Se il caffè è ben forte e concentrato, alla turca o all’italiana, l’uso consiglia di accompagnarlo con un bicchiere d’acqua fredda a parte, per sciacquarsi la bocca.
L’abitudine di proporre sul piattino un quadratino o un pezzo di cioccolato viene della Svizzera e dal Belgio.
Si possono poi preferire i raffinati chicchi di caffè torrefatti ricoperti di cioccolato fondente.
Il biscottino spesso aromatizzato allo zenzero o alla cannella è invece una tradizione anglosassone.
Nelle grandi occasioni il caffè servito a “regola d’arte” deve essere presentato con un vassoio di leccornie dolci, non più grandi di un boccone, che comprendono cioccolatini e pasticcini spesso ricoperti al cioccolato.
Concludiamo questa golosa coniugazione di sapori e caffè con l’uso veneziano di riunire su un vassoietto: un caffè mescolato con latte, un bicchiere di vino aromatico e uvetta macerata nella grappa.

Da taccuini storici
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