Patata e patatine fritte

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kamo58
00mercoledì 7 dicembre 2011 15:20
origini e storia


La storia delle patate è degna di un romanzo d’avventura, fatta com’è di scontri, lotte e battaglie, che si concludono però con l’immancabile lieto fine. Questo tubero ha incontrato in Europa tante resistenze e tante diffidenze, e ancora più ostacoli ha trovato in Italia, dove è diventata un alimento comune solo nel 19esimo secolo. Ossia molto dopo che la patata era entrata nell’alimentazione quotidiana in altri paesi, come Irlanda e Olanda.


Originaria delle Ande, dove viene coltivata dagli indios da più di 5000 anni, fu portata in Europa dagli spagnoli (da Francisco Pizarro per la precisione) che l’avevano scoperta durante la conquista del Perù, nel 14esimo secolo. Più tardi, dalla Spagna si diffuse in Italia in Germania e,poco prima della Rivoluzione, in Francia per merito dei carmelitani scalzi e dei certosini, divenendo un cibo da ospizi e ospedali. In tutta Europa però, per quasi due secoli, venne considerata solo una curiosità botanica e una pianta d’appartamento. Le ragioni? Innanzitutto l’aspetto inconsueto e l’appartenenza alla famiglia delle Solanacee (come la belladonna o la dulcamara), piante dalle foglie velenose che erano in odore di stregoneria o venivano considerate dannose per la salute. Inoltre si trattava di una pianta diversa da quelle a cui erano abituati gli europei: il fatto che non si potesse usare per panificare e non si potesse mangiare cruda la rendevano poco attraente agli occhi dei contadini, che non sapevano bene come consumarla. Nel 1565 Filippo II di Spagna inviò al papa un certo quantitativo di patate, che vennero scambiate per tartufi e quindi assaggiate crude, con ovvio disgusto.

Ci vollero dapprima la guerra dei Trent’anni anni (1618-1648) e poi le epidemie e le carestie della metà del ‘700 per superare questi tabù, diffondere la conoscenza delle patate e avviarne la coltivazione sistematica in Irlanda, Inghilterra, Olanda e Prussia.


Nello stesso periodo, in Francia, nonostante la pubblicità della famiglia reale (Maria Antonietta ne portava addirittura i fiori sul corpetto), la patata non ebbe grande successo: il suo “sdoganamento” avvenne più tardi, per merito di Antoine Augustin Parmentier, farmacista ed agronomo che la scoprì durante la guerra dei Sette Anni (1756-1763) e che la valorizzò in patria riuscendo a dimostrare, nel 1773, l’infondatezza dei pregiudizi ai luminari dell’Accademia di Medicina di Parigi. Per farle conoscere, fece piantare interi campi di patate nelle terre attorno a Parigi, ottenendo dal re che fossero sorvegliati dai soldati durante il giorno. La notte, gli abitanti della zona, incuriositi, rubavano i preziosi tuberi, assicurandone in tal modo la pubblicità. Durante la rivoluzione del 1789 la patata si impose come cibo popolare, e all'inizio dell'ottocento trovò la definitiva consacrazione anche nella haute cuisine.
In effetti, la prima ricetta giunta fino a noi è tedesca e risale addirittura al 1581, ma fu in Francia che un ricettario completo fu dedicato a questo tubercolo nel 1793; il primo di una lunga serie.

Anche in Italia, dov’era stata introdotta dal granduca Ferdinando II di Toscana, la patata ebbe a lungo scarsa fortuna, tanto che fino al 1580 fu usata solamente come pianta per ornare i giardini. A capirne il potenziale fu lo scienziato Alessandro Volta, che ne promosse la conoscenza presso il mondo scientifico. Nella seconda metà del 1700 iniziarono coltivazioni su larga scala in diverse regioni italiane, principalmente nelle zone degli archi appenninici e alpini. Numerosi testi della prima metà dell'800 rivelano però che la patata stentava ad affermarsi, perché veniva ancora considerata cibo per poveri e, quindi, era disprezzata dalla borghesia. Nel 1845-46 le coltivazioni italiane furono attaccate dalla peronospora: questo indusse a studiare più a fondo questa pianta, in modo da debellare il problema, e fece fiorire l’interesse per le patate. Risultato: la coltivazione uscì dalla “minore età”, durata più di un secolo, e la patata perse l’immagine di stranezza esotica diventando un alimento popolarissimo.




Le patatine o patatine fritte sono un alimento a base di patate tagliate a fette di forma allungata e fritte in vari modi nei diversi paesi: in Belgio si usa il grasso bovino "Blanc de bœuf" in una speciale friggitrice, ma in generale sono gli oli vegetali (anche di arachidi) i più diffusi; in Italia e Spagna le patate sono cotte anche al forno finché non assumono la caratteristica croccantezza, e poi servite. Le varietà in commercio sono impacchettate per la vendita, di solito in buste. Le patatine fritte sono uno snack molto importante nel mercato dei Paesi di lingua inglese.

Ci sono molte differenze riguardo al nome delle patatine fritte nei paesi di lingua inglese. Nel Nord America si è soliti usare il termine chips per le patatine fritte imbustate sottili e croccanti, mentre si dice French fries o semplicemente fries per le patatine a bastoncino. In Inghilterra, crisps è usato per il primo tipo di patatine, mentre chips è usato per il secondo (come in "fish and chips"). In Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica, entrambe le forme di patatine vengono chiamate chips. Talvolta la distinzione è fatta tra hot chips e packet chips. Le Kumara chips (ovvero patate dolci fritte) si mangiano invece in Nuova Zelanda.

In Italia entrambe le versioni vengono chiamate nello stesso modo. Sebbene le patatine a bastoncino siano un prodotto culinario espresso mentre quelle rotonde appartengano generalmente alla categoria industriale, molti ristoranti italiani servono patate fritte sottili e rotonde cucinate espresse utilizzando patate fresche.

a storia delle patatine fritte è ancora oggetto di dispute tra belgi e francesi:

I belgi fanno riferimento ad un manoscritto del 1781, il quale racconta che i valloni amavano friggere dei piccoli pesci della Mosa. Poiché d'inverno la Mosa gelava rendendo impossibile la pesca, gli abitanti da oltre un secolo sostituivano l'alimento con le patate, fritte allo stesso modo e tagliate a forma di piccoli pesci.
I francesi sostengono che le patate fritte siano state inventate a Parigi nel 1789 durante la rivoluzione francese in seguito ad una campagna voluta da Antoine Parmentier per la promozione delle patate in Francia.

Quello che è certo è che le patate fritte sono molto diffuse in Francia ed in Belgio a partire dal 1830, ma saranno conosciute in Nord America con il nome di "french fries" solo dopo la prima guerra mondiale, al ritorno dei soldati dal fronte belga o francese. Nelle isole britanniche le patate fritte prenderanno il nome di "chips". Le patatine fritte rotonde, sottili e croccanti furono inventate da George Crum un cuoco americano di origini indiane. Un giorno un cliente troppo esigente mandò in dietro ben tre volte un piatto di patatine fritte allora George per vendicarsi gli tagliò le patate a fette sottilissime in modo che venissero talmente croccanti da non poterle mangiare con la forchetta. Le patatine fritte fecero diventare il ristorante famoso così un giorno, George Crum si aprì un ristorente tutto suo e lì dava in omaggio un piatto di patatine. Nel 1920 inventarono le buste per patatine fritte.
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