00 25/01/2007 14:17
E' fosco l'aere,
è il cielo muto
ed io sol tacito
veron seduto,
in solitaria
malinconia,
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!

Sui rotti nugoli
dell'occidente
il raggio perdersi
del sol morente
e mesto sibila
per l'aria bruna
l'ultimo gemito
della laguna.

Passa una gondola nella città:
-Ehi, della gondola,
che novità?
-Il morbo infuria,
il pan ci manca...
sul ponte sventola
bandiera bianca!-

No, no, non splendere
su tanti guai,
sole d'Italia non splender mai!
E su la veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito della laguna

Venezia, l'ultima
ora è venuta:
illustre martire
tu sei perduta:
il morbo infuria,
il pan ti manca:
sul ponte sventola
bandiera bianca!

Ma non le ignivome
palle roventi
nè i mille fulmini
su te stridenti
troncàro ai liberi
tuoi di lo stame.
Viva Venezia:
muore di fame!

Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
le altrue nequizie
e la sua gloria:
e grida ai posteri
tre volte infame
chi vuol Venezia
morta di fame!

Viva Venezia!
Feroce, altera,
difese intrepida
la sua bandiera;
ma il morbo infuria,
il pan le manca:
sul ponte sventola
bandiera bianca!

Ed ora infrangasi
qui su la pietra
fin ch'è ancor libera
questa mia cetra:
a te, Venezia,
l'ultimo canto,
l'ultimo bacio,
l'ultimo pianto!

Ramingo ed esule
in suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai nel tempio
qui del mio core,
come l'immagine del primo amore

Ma il vento sibila,
ma l'onda è scura,
ma tutta in tenebre
è la natura;
le corde stridono,
la voce manca;
sul ponte sventola
bandiera bianca.

Arnaldo Funisato.




Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la TV
In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All'occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.
Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore


Ennio Flaiano