00 22/03/2007 17:31
I RAPPORTI DIPLOMATICI ITALIA-USA E LA NUOVA CATEGORIA DELL'IRRITAZIONE ANONIMA



www.osservatoriosullalegalita.org/
Sean McCormack, portavoce Dipartimento di Stato Usa, traduzione trascrizione
conferenza stampa, Washington, DC, 19 marzo 2007:

"Beh, di sicuro nessuno e' piu' felice dei suoi amici e della sua famiglia del
fatto che lui [Daniele Mastrogiacomo] sia tornato a casa. Credo che di questo
possiamo tutti rallegrarci.
Certamente in cuor nostro siamo felici che lui sia di nuovo con i suoi amici e
con la sua famiglia. E' triste pero' sapere che il suo compagno afgano e' morto
in quella stessa situazione, e' tremendamente triste. Dimostra una volta di
piu' che quello dei talebani e' un potere crudele, interessato a portare
indietro le lancette dell'orologio in Afghanistan, e questo e' il motivo per
cui noi, come anche la NATO, siamo la' e collaboriamo con il governo afgano per
aiutare gli afgani a costruirsi un futuro migliore".




www.osservatoriosullalegalita.org/
Sean McCormack, portavoce Dipartimento di Stato Usa, traduzione trascrizione
conferenza stampa, Washington, DC, 20 marzo 2007:

DOMANDA:
Nessun commento sullo scambio di prigionieri talebani per liberare i
giornalisti italiani, avvenuto questa settimana?
MR. MCCORMACK:
No, nessun commento.
DOMANDA:
Pensa che sia un buon metodo? Voglio dire, e'... normalmente e' qualcosa che
lei...
MR. MCCORMACK:
Non ho intenzione di fare commenti su nessun caso in particolare o sui metodi
adottati da altri paesi.
DOMANDA:
Beh, a proposito... prima di parlare dello Zimbabwe, solamente... avrebbe...
potrebbe dirci di che cosa si e' discusso al pranzo di ieri sera?
MR. MCCORMACK:
Hanno parlato... se solo mi fossi portato dietro gli appunti. Hanno parlato
molto dell'Afghanistan... non di questa faccenda. Hanno parlato dell'Irak,
hanno parlato dell'Iran, hanno parlato un po' dei rapporti bilaterali Stati
Uniti-Italia.
DOMANDA:
Quindi un pranzo piacevole?
MR. MCCORMACK:
E'stato un pranzo ottimo.
DOMANDA:
Ed era presente anche lei?
MR. MCCORMACK:
No, pero' me l'hanno descritto come un pranzo ottimo, un pranzo molto
piacevole.
DOMANDA:
Il ministro degli Esteri [D'Alema] ha detto ieri che pensava ci fosse un certo
numero di cose che gli Stati Uniti potrebbero fare per cercare di migliorare i
rapporti con l'Italia. Questo e' emerso? Le e' parso... o le pare che tutto
funzioni a meraviglia e...
MR. MCCORMACK:
Beh, come ho detto ieri, ci sono... sapete, in ogni rapporto ci sono alti e
bassi e, ciononostante, si cerca, anche con fatica, di andare avanti, e questo
e' cio' che facciamo con il governo italiano. Cioe'... si sa, siamo legati in
tanti modi diversi, dalla storia, da... si sa, da rapporti di cultura e di
valori. Per cui quando sorgono questi dissensi ci si sforza di superarli,
pero' c'e' una base fondamentalmente solida e buona per i rapporti tra Stati
Uniti e Italia, non solo bilateralmente, ma anche quando ci si serve di quel
rapporto per cercare di rendere il mondo un luogo piu' sicuro e migliore, come,
per esempio, in Afghanistan.
DOMANDA:
E di questi dissensi si e' parlato al pranzo, o no?
MR. MCCORMACK:
Io non... sapete, francamente, io non... io credo che voi, probabilmente,
state facendo un riferimento specifico alla questione di questi rinvii a
giudizio e non sono sicuro che l'argomento sia venuto fuori. Non l'ho chiesto
al Segretario [Rice] se ne hanno parlato o no.
Prego, signora
DOMANDA:
Afghanistan (impossibile sentire), c'e' stata una proposta di una conferenza
internazionale sull'Afghanistan (impossibile sentire) per il ministro degli
Esteri italiano. Nessuna notizia su questo? Lui ha detto che la signora Rice
non aveva un atteggiamento negativo su questo.
MR. MCCORMACK:
Direi che il nostro punto di vista e' che possa trattarsi di una proposta
costruttiva. Vogliamo capire alcuni dettagli, come lavorare su una simile
conferenza e naturalmente, cosa si intende...fondamentalmente, bisogna sentire
su questo l'opinione del governo afgano e del presidente Karzai. Sicche' credo
che si tratti veramente di un'idea su cui vale la pena discutere un po' per
vedere se, sulla base di quella discussione, si fa qualche passo avanti o no.





Reuters, WASHINGTON/LONDRA, mercoledì, 21 marzo 2007 9.59:

"Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno criticato il rilascio di cinque
talebani in cambio della liberazione del giornalista di Repubblica Daniele
Mastrogiacomo, un'operazione che temono possa accrescere i rischi per le truppe
in Afghanistan.
Lo hanno detto oggi un alto funzionario dell'amministrazione Bush, che ha
chiesto di restare anonimo e una portavoce del Foreign Office britannico...
(Le concessioni ai talebani) hanno colto gli Stati Uniti di sorpresa", ha
dichiarato il funzionario americano, precisando che gli Usa hanno comunicato i
loro dubbi e timori al governo italiano per via diplomatica.
"Non abbiamo approvato e non approviamo concessioni ai terroristi", ha
proseguito la fonte. "Accrescono il rischio per le truppe Nato e afghane e per
il popolo afghano"".





Da una nota del ministero degli Esteri italiano, 21 marzo 2007:

"Non è abitudine della Farnesina commentare fonti anonime. Tuttavia, alla luce
delle reazioni suscitate dalle affermazioni attribuite oggi ad una fonte del
dipartimento di Stato sulla vicenda del giornalista Daniele Mastrogiacomo, il
Ministero degli Esteri ribadisce il clima molto positivo registrato nel corso
del colloquio avuto il 19 marzo dal Ministro D'Alema con il Segretario di Stato
Condoleezza Rice a Washington. Nulla di quanto riferito nelle dichiarazioni
della fonte anonima è emerso infatti nel corso di detto incontro... Non
risultano infine passi ufficiali americani attraverso i consueti canali
diplomatici nel senso indicato dalla fonte anonima né a Washington né a Roma".
www.repubblica.it/2007/03/sezioni/esteri/afghanistan-20/usa-preoccupazione/usa-preoccupazi...




"Il Giornale", 22 marzo 2007:

"Roma - «Felice, molto felice» per la liberazione di Daniele Mastrogiacomo, ma
anche «seriamente preoccupato perché l’Italia rischia adesso di apparire ancor
più «inaffidabile» e per il «danno d’immagine» che deriva dalle reazioni di
Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Olanda al rilascio del giornalista
italiano. Ora, secondo parole attribuite all’ex presidente del Consiglio
[Berlusconi, ndr] da chi ha avuto modo di parlargli, queste reazioni «rischiano
di mettere in crisi i rapporti diplomatici e di isolare l’azione dei nostri
servizi segreti»".





"CORRIERE DELLA SERA", 22 marzo 2007, Paola di Caro:
BERLUSCONI: ORMAI CI CONSIDERANO INAFFIDABILI





"CORRIERE DELLA SERA", 22 marzo 2007, F.Alberti:
PALAZZO CHIGI, SORPRESA E SOSPETTI
FARNESINA: NESSUNA CRITICA DALLA RICE

"Non vorremmo - si dice a mezza bocca negli ambienti governativi - che dietro
alla vicenda, al presunto ennesimo strappo tra noi e gli Usa, vi fosse la
'manina' o la 'manona' di qualche solerte esponente filoamericanissimo
dell'opposizione, magari giocando di sponda con qualche ambiente diplomatico
statunitense, non sarebbe la prima volta..."






New York 22/03/2007 09:34
MASTROGIACOMO, CRITICHE USA A ITALIA: "NATO NON AVVERTITA"

New York, 22 mar. (Apcom) - Anche la Nato prende le distanze dall'operato
dell'Italia nel caso Mastrogiacomo: secondo un funzionario sempre anonimo
dell'amministrazione Usa, i comandanti della Nato in Afghanistan non sono stati
formalmente avvertiti prima dello scambio di prigionieri talebani per ottenere
la liberazione del giornalista italiano. Si fanno dunque più tesi i rapporti
tra Italia e Stati Uniti dopo le critiche giunte da una fonte del Dipartimento
di Stato americano sulla gestione della liberazione di Daniele Mastrogiacomo.
Il chiarimento necessario, visto che la fonte di Washington ha chiesto di
rimanere anonima, avverrà direttamente tra i capi delle due diplomazie oggi
stesso. A quanto si apprende alla Farnesina, è in programma un colloquio
telefonico del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, con il segretario di
stato Usa Condoleezza Rice. Secondo la fonte americana, le concessioni ai
talebani hanno "colto di sorpresa" gli Stati Uniti. Il governo americano non
era stato messo al corrente dell'operazione che ha portato alla liberazione di
Daniele Mastrogiacomo, e non vi ha preso parte. "Anche se siamo soddisfatti
della liberazione di Daniele Mastrogiacomo - ha detto l'esponente del governo -
abbiamo alcune preoccupazioni sulle circostanze dell'operazione". "Le
concessioni effettuate, ha continuato la fonte Usa, "aumentano il rischio per
la Nato, per le truppe afgane e per il popolo afgano". Gli Stati Uniti, ha
aggiunto "non hanno appoggiato e non appoggiano concessioni ai terroristi".
Inoltre, le regole di ingaggio del contingente italiano in Afghanistan sono
state definite limitanti dal governo americano. Il governo americano ha
sottolineato di avere ripetutamente chiesto alle autorità italiane di
modificare queste regole, già dal 2003. La delusione di Washington, ha detto la
fonte, è stata espressa a livello diplomatico alla Farnesina, ma non
direttamente al ministro degli Esteri Massimo D'Alema. La Farnesina ha già
risposto, anche se sottolineando che non è solita commentare fonti anonime.
"Nulla di quanto riferito nelle dichiarazioni della fonte anonima è emerso
infatti nel corso dell'incontro" che c'è stato nei giorni scorsi tra Rice e
D'Alema. La Farnesina ha inoltre osservato che "non risultano infine - conclude
la nota - passi ufficiali americani attraverso i consueti canali diplomatici
nel senso indicato dalla fonte anonima né a Washington né a Roma".





Mastrogiacomo,oggi "chiarimento" telefonico D'Alema-Rice
giovedì, 22 marzo 2007 10.46

ROMA (Reuters) - Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema oggi avrà un
colloquio telefonico con il segretario Usa Condoleezza Rice per chiarire le
critiche fatte ieri da una fonte dell'amministrazione Bush dopo il rilascio di
cinque talebani in cambio della liberazione del giornalista di Repubblica
Daniele Mastrogiacomo.

Lo ha riferito oggi una fonte della Farnesina.

Ieri, per bocca di un alto funzionario statunitense, che ha chiesto di restare
anonimo, e di una portavoce del Foreign Office britannico, Washington e Londra
avevano criticato le modalità dell'operazione per il rilascio di Mastrogiacomo
perchè temono possa accrescere i rischi per le truppe in Afghanistan.

Alle critiche internazionali, oggi ha risposto indirettamente il presidente
della Camera Fausto Bertinotti sottolineando il suo apprezzamento per la
condotta italiana nella vicenda.

"Mi sento orgoglioso di vivere in un paese in cui le istituzioni e il governo
in maniera coesa riescono a realizzare una trattativa e salvare una vita
umana", ha detto Bertinotti a Fiesole a margine di un seminario sul 50esimo
anniversario dei Trattato europeo di Roma.

In una nota diffusa nella serata di ieri, la Farnesina aveva ribadito che i
rapporti con gli Usa rimangono positivi e che non risultano passi ufficiali
americani sulla questione citata dal funzionario a Washington. Il montare delle
polemiche ufficiose contro l'Italia, però, alla fine ha convinto D'Alema ha
cercare per oggi un chiarimento con il suo omologo statunitense.

"(Le concessioni ai talebani) hanno colto gli Stati Uniti di sorpresa", ha
dichiarato ieri l'anonimo funzionario americano, precisando che gli Usa hanno
comunicato i loro dubbi e timori al governo italiano per via diplomatica.

"Non abbiamo approvato e non approviamo concessioni ai terroristi", ha
proseguito la fonte. "Accrescono il rischio per le truppe Nato e afghane e per
il popolo afghano".

In un comunicato in cui sottolinea che non è sua abitudine "commentare fonti
anonime", la Farnesina "ribadisce il clima molto positivo registrato nel corso
del colloquio avuto il 19 marzo dal Ministro (degli Esteri Massimo) D'Alema con
il Segretario di Stato Condoleezza Rice a Washington. Nulla di quanto riferito
nelle dichiarazioni della fonte anonima è emerso infatti nel corso di detto
incontro".

"Non risultano infine passi ufficiali americani - aggiunge il ministero degli
Esteri - attraverso i consueti canali diplomatici nel senso indicato dalla
fonte anonima né a Washington né a Roma".

I talebani rilasciati, definiti "pericolosi" dall'alto funzionario Usa,
sarebbero Ustad Yaser - capo dell'ala culturale - l'ex portavoce Mofti
Latifollah Hakimi, Mansur Ahmad - fratello del mullah Dadullah - e i comandanti
Hamdullah e Abdol Ghaffar.

Il funzionario americano ha precisato che anche altri alleati della Nato sono
preoccupati per le conseguenze di accordi come quello che ha portato alla
liberazione di Mastrogiacomo.

Nella serata di ieri è arrivato anche il commento britannico, affidato a una
portavoce del Foreign Office: "La Gran Bretagna è preoccupata per le
implicazioni del rilascio di talebani in cambio di ostaggi. Questo è un segnale
sbagliato per eventuali futuri sequestratori".

Mastrogiacomo, rapito il 5 marzo nel sud dell'Afghanistan assieme a due
afghani -- l'autista poi ucciso dai rapitori e l'interprete che si sospetta sia
stato arrestato dopo il rilascio -- è giunto ieri sera in Italia, all'indomani
della liberazione.

L'inviato di Repubblica, nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi nella
sede romana del suo giornale, ha sottolineato che quanto è stato fatto per la
sua liberazione non ha violato la sovranità dell'Afghanistan e nemmeno
l'autonomia delle scelte di politica estera del Paese.





(AGI) - Roma, 22 mar. FARNESINA: INIZIATIVA USA INASPETTATA
La presa di posizione del dipartimento di Stato americano sulle modalita'
della liberazione di Daniele Mastrogiacomo e' giunta a sorpresa alla Farnesina,
ma risponde alla tradizionale linea di Washington riguardo i rapimenti e non
compromette in alcun modo la collaborazione tra le forze Nato in Afghanistan.
E' stato il portavoce del ministero degli Esteri, Pasquale Ferrara, a chiarire
la posizione dell'Italia dopo la sortita di una fonte degli uffici di
Condoleezza Rice. "Confermo che si tratta di uno sviluppo avvenuto nelle ultime
ore e successivo al colloquio tra il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e la
Rice", ha detto Ferrara che ha parlato di "iniziativa inaspettata". Tuttavia,
sebbene non fosse stata "preannunciata", si tratta "di posizioni che non
rappresentano una novita': e' la conferma della linea tradizionale che le
autorita' Usa hanno sempre avuto in materia di presa di ostaggi e di modalita'
di rilascio". La posizione, ha insistito, "e' nota in tutti i teatri, Iraq
incluso". Tuttavia, sebbene vi possano essere "sensibilita' diverse" questo
"non compromette l'eccellente collaborazione tra le forze alleate in
Afghanistan, che continua nella stessa direzione e con la stessa intensita' di
sempre", ha aggiunto. La Farnesina non intende fare speculazioni su come sia
nata la sortita di una fonte del dipartimento di Stato. Alcuni giornali hanno
scritto oggi che Washington sarebbe intervenuta su pressioni della Gran
Bretagna che non avrebbe gradito la liberazione di alcuni dirigenti talebani,
in cambio del rilascio dell'inviato in Afghanistan di 'la Repubblica'. "Non mi
pare il caso di fare dietrologia su come sia nata l'iniziativa assunta dal
dipartimento di Stato che ha deciso di rendere nota la posizione americana", ha
detto il portavoce del ministero degli Esteri, Pasquale Ferrara, nel corso del
briefing settimanale con la stampa. Intanto e' scontro tra maggioranza e
opposizione. La posizione del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e'
chiara: "C'e' una legittima rivendicazione di orgoglio nazionale per le cose
che sono state fatte. La trattativa e' stata fatta la trattativa, come si
doveva, utilizzando tutte le forze ufficiali e informali, dentro un progetto
guidato dal governo. Credo che possiamo dirci orgogliosi di questa operazione".
Il segretario dei Ds Piero Fassino sottolinea il fatto che le contestazioni di
Washington "siano indiscrezioni senza il titolare, che le rende meno credibili.
Nel colloquio con il ministro D'Alema queste opinioni la Condoleezza Rice non
le ha manifestate - ricorda Fassino - in ogni caso noi in Afghanistan ci siamo
posti l'obiettivo di liberare Mastrogiacomo senza mettere minimamente in
discussione il nostro impegno". Per l'ex ministro degli Esteri e leader di
Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, la "perdita di credibilita' del governo"
si e' evidenziata anche "nella gestione della vicenda Mastrogiacomo". In
Afghanistan, secondo Fini, sul terreno "le cose sono cambiate e i nostri
soldati si trovano a dover fronteggiare una situazione spesso drammatica con
mezzi e regole d'ingaggio insufficienti. Perfino l'Olanda ci ha criticato e
questo e' paradossale per un paese che doveva rilanciare l'Europa". Il si' di
An al rifinanziamento della missione "non e' affatto scontato", spiega Fini.
Anche per Silvio Berlusconi, gli Stati Uniti "non si fidano piu' dell'Italia",
e "le ultime vicende lo hanno dimostrato...". E' chiaro, avrebbe argomentato
Berlusconi con i suoi, che a questo punto ci sarebbero i motivi per non votare
a favore del decreto. E infatti tra i poli sale la tensione anche in vista del
voto al Senato di martedi' 27 sul rifinanziamento delle missioni
internazionali, tra cui quella dell'Afghanistan. Invece per il leader dell'Udc,
Pierferdinando Casini, il si' al rifinanziamento della missione "e' un atto
dovuto, non scherziamo".




(AGI) - Roma, 22 mar. - La Farnesina non intende fare speculazioni su come sia
nata la sortita di una fonte del dipartimento di Stato, fortemente critica
sulle modalita' del rilascio di Daniele Mastrogiacomo. Alcuni giornali hanno
scritto oggi che Washington sarebbe intervenuta su pressioni della Gran
Bretagna che non avrebbe gradito la liberazione di alcuni dirigenti talebani,
in cambio del rilascio dell'inviato in Afghanistan di 'la Repubblica'. "Non mi
pare il caso di fare dietrologia su come sia nata l'iniziativa assunta dal
dipartimento di Stato che ha deciso di rendere nota la posizione americana", ha
detto il portavoce del ministero degli Esteri, Pasquale Ferrara, nel corso del
briefing settimanale con la stampa.


INES TABUSSO