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Una rondine non fa primavera

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2015 11:03
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03/03/2012 11:49
 
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Perché si parla di “prima rondine”? La rondine è un migratore trans-sahariano che compie una lunga migrazione che la porta a passare l’inverno in Africa, nella fascia equatoriale che va dalla Repubblica del Congo ai paesi del Golfo di Guinea. Le prime rondini ritornano in Europa, non in primavera, ma alla fine dell’inverno e come dice un altro proverbio, “una rondine non fa primavera”, la prima osservazione di questa specie non ha un significato astronomico o meteorologico particolare. Certo, le giornate si stanno allungando e da lì a circa un mese si arriverà all’equinozio, il fotoperiodo induce gli uccelli residenti a modifiche comportamentali quali il canto, l’accoppiamento e la costruzione di un nido, ma le rondini, con la primavera c’entrano quasi nulla.
Quello delle rondini come messaggere di primavera è un aspetto squisitamente romantico, del tutto legittimo, ma non razionale. Interessante notare che ad altre latitudini, come quelle delle Isole Britanniche, il proverbio “One swallow doesn’t make a summer”, una rondine non fa estate, più pragmaticamente del proverbio italiano, indica che l’evidenza di un singolo dato non costituisce una prova.

Sul comportamento della rondine un dato è certo: il 21 marzo, giorno di San Benedetto, la rondine non è neanche sul nido! È stato scientificamente stabilito che nell’Italia settentrionale, la prima deposizione della rondine è compresa tra il 10 e il 26 di aprile (Rubolini et al. Int. J. Biometeorol. 2007), date molto distanti da quel che recita il proverbio.

Non è neanche vero, come leggiamo a volte sui giornali, che le rondini arrivano sempre più in ritardo! Anzi, è vero il contrario! La prima rondine, avvisaglia di contingenti migratori più consistenti, arriva nel nostro Paese sempre più in anticipo! Sempre secondo lo studio citato, la prima rondine è arrivata nel 2006 in media otto giorni prima della prima rondine nel 1982. Questo anticipo sembra correlato all’entità delle precipitazioni piovose in Africa, particolarmente nella fascia del Sahel, piuttosto che alle condizioni meteo qui in Italia!
Quindi, in barba a qualsiasi correlazione con le temperature o le condizioni meteo sulla nostra penisola, le rondini stanno anticipando progressivamente il loro arrivo in Europa sebbene le condizioni meteo siano avverse o non favorevoli.
Cosa comporti in termini evolutivi, questo anticipo non è dato saperlo.




Pittima reale



Se la rondine è dunque un falso indicatore, ci sono altri uccelli, che “segnalano” con più precisione l’arrivo della primavera. Una di queste è la pittima reale.
La pittima reale è un elegante limicolo che ogni anno, dalle coste del Nord Europa va a svernare in Africa a sud del Sahara, tra il Senegal e la Guinea. Alcune pittime dell’est europeo svernano invece nel Corno d’Africa. È un uccello tipico dei prati e dei pascoli umidi dei Paesi Bassi dove nidifica il 90% della popolazione europea. Proprio in Olanda, la pittima reale è considerata messaggero di primavera, l’uccello che indica che la terra ghiacciata dei polder si sta sciogliendo e il terreno può essere preparato per la semina.
Molto astuti e pragmatici gli olandesi: la pittima reale ha un becco lunghissimo atto a infilarsi in profondità nel fango per cercare i vermi di cui si nutre, ed è quindi un indicatore attendibile della possibilità di lavorare il terreno e di iniziare l’attività agricola nei campi.

Purtroppo in Italia, non abbiamo un uccello-indicatore così affidabile!
Invece, le nostre rondini sono indicatori precisi non tanto dell’arrivo della primavera, come abbiamo spiegato, ma dello stato delle nostre campagne.
Un ambiente agricolo deteriorato, trasformato dall’uso della chimica e dalle macchine non è certo favorevole alla nidificazione della rondine sotto il tetto delle nostre stalle. Sempre meno rondini riescono a portare a termine l’allevamento dei nidiacei, con un declino per ora inarrestabile.
Declino che deve fare riflettere, perché quello che si produce nelle nostre campagne, va a finire sulle nostre tavole.
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