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Pasquinate celebri

Pio IX (1846-1878)

CXCIII
La scelta del nuovo Papa


La fortuna torca il guardo
Da quell'italo bastardo
Che convoca gli esteri.
Mattei pur lo guardi bieca,
Egli è tutto fede greca
Proprio da pos...
Non vi sia neppur vicino
Petulante cappuccino,
Che farà spropositi.
I Riari con cafoni
Ne' trambusti non son buoni:
Qui ci vuol coraggio.
Papa vuole verità,
Perciò escluder converrà
Macchi e Deangelis,
Che mai vero hanno parlato;
La politica han cambiato
nelle frottole
Tralasciamo Polidori
ancora ai servitori:
vogliamo monache.
Il Bemetti il trono affanna;
sofferto una condanna,
dunque al diavolo!
Senza dubbIo che Franzone
di scopra un istrione
nato in Genova.
E' scabroso il fare Ostini:
Brama troppo li quattrini;
l'anima
Oalli Genovesi vampi
pietoso, deh, ci scampi,
da Brignole.
Barberini, Falconieri,
Massimo ed Alfieri,
ai feudi.
Maj, non merita elezione;
la religione
apostata.
Ferretti ha nelle mani
de' Fermani
porremo in soglio.
presceglie lo scrutinio,
il vaticinio
di Samuel:
Per lui posto non vi sia,
Vada e sconti l'avaria
Che commise Spinola.
Soglia o Gizzi, l'indovino,
Sarà papa ghibellino,
Sono amici ai reprobi.
Mezzofante porre il seggio,
v'è timore di carteggio
Con la gente barbara.
Se Alberghini proporrete,
Eminenze, vi dorrete:
Sarà papa un medico.
Orioli sia scartato,
Altrimenti il suo papato
Se lo pasce a tavola.
Non essendovi un quadrante
Nella cassa a porre inutile.
Nè vendè l'assoluzione:
Sarà papa anatema.
Serafini non conviene:
Camminiamo troppo bene;

Che gli venga un granchio.
Simonetti è irregolare;
Abusò nel comandare
Presso il Sant'ufficio.
L'imbecille nauseante
Prepotente esrtavagante
Patrizi pontefice!
Non serbate Fieschi in seno,
Fatto adulto il Nazzareno
Ha dismesso l'asino,
Se vien Corsi, volto il tergo:
è buon pel tantum ergo:
di Rota parlino.
Se avvenisse di por mente
presidente,
sarà l'interprete?
la sorte papa detti
Genga, i cancelletti
la bettola.
Vannicelli se sarà,
andremo in società:
assassini girano.
Clarelli è un poco odioso,
un viSo dispettoso
senza carattere.
Pianetti son chiamati
Congresso dei scienziati
Asquini e Gazzoli.
Fo silenzio dei restanti:
v' è duopo parli avanti:
gregge ignobile.



Paolo III (1534-1550)


XLV.
Roma era in mano ai Medici per fiera malattia,
Ora di male in peggio caduta è in Farnesia.


XLVI.
I ruffiani regnar con Papa Sisto;
Con Giulio i sodomiti ebber iattanza;
Con Leone il giullare prence fu visto;
Poser fra noi stragi e rapina stanza
Sotto Clemente: ed or, Paolo, potremo
D'un migliore avvertir nutrir speranza?..

XLVII.
Per la sua smania di arricchire.
Per Paolo In oriamo, a cui l'amore
Va di sua casa divorando il core.


XLVllI.
Per la sua mancanza di fede verso gli alleati.

Ieri marmoreo tronco era, sprezzato e vile,
Oggi di perseo assumo l'aspetto giovanile.
Se lice a Paol mutarsi ben dieci volte all'ora,
Perchè non fia concesso mutare a me talora ?

XLIX

Per la cupidigia sua e dei nipoti.
Cerbero con tre fauci un dì latrava,
Ma almen d'assordar sol s'accontentava
Le genti grame:
Con quattro fauci tu non turbi alcuno,
Ma divori, divori... e, ognor digiuno,
Hai sempre fame!...

L.
La testa di Medusa, stamattina
Sembrommi il Papa; e palVemi i nipoti
La chioma serpentina:
Or sorgi, Perseo; e, per giovare a Roma,
Quel capo con la tua spada percuoti:
Reciderai la chioma!


L.
M. Deh, prestami un baiocco car Pasquino,
Poi che il Santo Pastore mi ha lassato.
P. O, povero Marforio disgraziato,
Non eri tu romano e cittadino?..
M. era romano anchora Paulino,
Poi vedi quanti amici ha dispogliato.
Cesi, Medici e Spinola ha ammazzato
Per dare ai suoi nipoti e al malandrino
Farnese, Nepi; e tant' altri castelli
A Cibo; Santo Spirito non vede
che il diavolo o tien per li capelli.
Non ha più carità, non ha più fede,
ma rei costumi e sempre a Dio ribelli.
Nè vaI gridar nè dirnandar mercede:
E se Dio non provvede
A questo homicidiale viver lasso,
chiamarem per soccorso Sathanasso.


Lll.
Per aver fatto cardinali ignoranti.
Oh Santo Padre, non averla a male,
Deh! fammi cardinale!...
San rude, son di sasso, son deforme...
Eppure a torme
Cardinali alla Chiesa tu procuri
Di me più duri.


LllI.
Parallelo fra Cristo e il Papa.


Cristo non volle regno; il Papa ne conquista.
Là di spine corona; qua di gemme commista.
Quegli lavava i piedi, umil, sereno altrui;
! Questi orgoglioso vuole che li bacino a lui.
i Cristo pagò i tributi e il gregge pascolò;
li Papa e lusso e gioie e imperio ognor cercò.
Povero, Cristo ascese del Calvario la china;
Ricco il Papa e superbo va attorno in portantina.
L'un respinse i tesori e i mercanti dal tempio;
D'ogni più sacra cosa l'altro a ricchir fa scempio.
Cristo amoroso, umile, venne agnello di pace;
Agita il Papa in terra degli eccidi la face,
L'un grandeggiò nell' opera santa del su
Vangelo; o
L'altro, alleato ai demoni, ne tenta lo sfacelo.