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Doggy bag

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2012 11:08
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Sesso: Femminile
04/09/2012 11:08
 
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Non c'è italiano che osi chiedere di portarsi a casa il cibo avanzato nel piatto salvandolo così dalla pattumiera del ristorante. Gli americani, invece, sono bravissimi a chiedere il "doggy bag" come lo chiamano loro, cioè "il pacchetto per il cane", anche se a beneficiarne non sono mai i pets di casa ma i loro padroni, il giorno dopo a pranzo. A dire il vero, il doggy bag sarebbe stato sdoganato nel nostro paese nientedimeno che da Michelle Obama durante il G8 del 2009. In visita privata a Roma, la first lady più potente del mondo ha chiesto agli esterrefatti camerieri del ristorante Maccheroni di potersi portare quanto le sue bambine avevano avanzato. Un gesto forte e una lezione contro lo spreco in un momento in cui la crisi internazionale aveva già fatto sentire i suo effetti nefasti sull’economia dei paesi occidentali. Malgrado la sua autorevolezza e la sua simpatia, Michelle non è però riuscita a cambiare le nostre abitudini. Ma non perché noi italiani siamo degli spreconi. Anzi, siamo dei forti risparmiatori, ma siamo più fortemente orgogliosi e terrorizzati di passare per straccioni. C’è solo una persona che può riuscire là dove ha fallito Michelle Obama: il cameriere. Se sarà lui a chiedere al cliente se desidera portarsi a casa quanto è rimasto nel piatto, è molto probabile che la richiesta venga accolta con entusiasmo. Idem per il vino. Anche quel paio di calici potrebbero tornare molto comodi, una volta a casa, per il pasto successivo o per tirare il risotto. (Martino Ragusa del giornale del Cibo)

Se, fino a quarant’anni fa il pranzo della domenica al ristorante si traduceva spesso in un’abbuffata collettiva, oggi si rivela una semplice alternativa al pasto casalingo. Eppure persiste quella sottile vergogna che non consente di chiedere di portare gli avanzi a casa così come conserveremmo il cibo non consumato in frigo.

Ogni anno la quantità di cibo che va sprecata corrisponde a trentasette miliardi di euro. Una cifra con cui si potrebbero nutrire 44 milioni di persone, la popolazione della Spagna, secondo quanto stimato dall’Università Bicocca di Milano. I dati recentemente raccolti dall’ADOC, l'Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori testimoniano un leggero cambio di rotta in materia di spreco alimentare. Nel 2010 sono stati 'buttati' nel cassonetto 454 euro contro i 515 euro del 2009, per un risparmio di 61 euro e un calo complessivo del 13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. Nel 2009 lo spreco mensile era pari a 33 euro, nel 2010 è sceso a 29 euro.

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